Certo, le gesta degli Iron Maiden sono legate (anche) al carisma e all’ugola di Bruce Dickinson, secondo cantante della band britannica. Secondo in ordine di tempo, perché prima di lui c’è stato Paul Di’Anno.
A Paul Di’Anno è toccato in sorte il destino dei pionieri: accompagnare le imprese del gruppo nei suoi passi iniziali, aprire la via. Nel suo caso, menando colpi con le corde vocali. Nato Paul Andrews il 17 maggio del 1958, prima di entrare negli Iron Maiden aveva già cantato in altre band. È però in quel 1977 che i destini suoi e del rock, specie di quello più duro, cambiano. Negli anni in cui il punk è all’apice della sua popolarità, in Gran Bretagna i gruppi che prendono le mosse da tipi alla Black Sabbath non sono proprio popolarissimi. Trovare posti da suonare è impresa ardua. Eppure, proprio da queste avversità nasce qualcosa di travolgente, in grado di segnare i decenni successivi. Combinando l’energia del punk e i potenti riff heavy, gli Iron Maiden trovano la chiave, o forse sarebbe meglio dire il grimaldello con cui scardinare i pregiudizi. In un’epoca di “nuove onde”, la chiameranno New Wave of British Heavy Metal. Di cui, oltre agli “Iron”, fanno parte band come Judas Priest e Saxon.
Ecco, Paul Di’Anno in quel momento è proprio il cantante giusto al posto giusto. Provvista di intensità drammatica ma senza toccare estremi parossistici, la sua voce sembra cercarti per le fredde vie nella notte cittadina; ha quel timbro “belvesco” e quel che di sinistro necessario a farsi largo nelle giovani orecchie in cerca di emozioni forti. “Iron Maiden” e “Killers”, usciti rispettivamente nel 1980 e 1981, sono i dischi in cui canta Di’Anno. Sempre sul pezzo, letteralmente, suona la carica senza mai indietreggiare. La via è tracciata.
Da uno così rock’n’roll non ci si può che aspettare una vita rock’n’roll. E infatti Di’Anno si allontanerà dalla band dopo “Killers” per via dei suoi abusi tossici, in particolare per un rapporto stretto e assiduo con la cocaina. Toccherà al suo successore, Bruce Dickinson per l’appunto, sospingere il gruppo verso nuove vette.
Dopo le scorribande con gli Iron Maiden, proseguirà la carriera in altri progetti, tra cui la band Killers, in cui emerge chiaro il riferimento ai primi anni della sua parabola. Fino ai problemi di salute che negli ultimi tempi lo avevano costretto sulla sedia a rotelle. Ciò nonostante, aveva mantenuto quella voglia in grado di portarlo a salire sul palco per proseguire l’avventura assieme al popolo dei “metalhead”, i fan dell’heavy metal. L’elettricità cavalcata al debutto non lo aveva mai abbandonato.
Se Eddie, la celebre mascotte dalle fattezze mostruose degli Iron Maiden, ha turbato i sogni dei benpensanti in musica, lo si deve anche a Paul Di’Anno. Molto più della prima voce degli Iron Maiden
Alphaville, 22.10.24 - Paul Di’Anno
Marco Pagani, Alphaville, Rete Due 22.10.2024, 11:00
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