Musica italiana

Diodato, Ghali e Angelina Mango su tutti

Promossi e bocciati della serata di apertura del 74. festival di Sanremo

  • 7 febbraio, 10:04
  • 7 febbraio, 19:04
Festival di Sanremo - Amadeus e Ibrahimovic
  • Keystsone
Di: Herbert Cioffi

Dopo tante anticipazioni e illazioni eccoci a commentare finalmente il debutto del 74esimo festival di Sanremo, l’ultimo di Amadeus, promosso come direttore artistico (senza particolari slanci), così come è promosso Mengoni. La scelta di non fare monologhi verbosi e saputelli è ottima. È interessante l’idea di portare fatti di cronaca; alcuni possono essere difficili, stridenti con l’atmosfera da festa (come la vicenda del giovane musicista ucciso qualche mese fa a Napoli) ma almeno portano un momento di riflessione all’attenzione di un pubblico così vasto.

Amadeus invece viene bocciato, per l’ennesima volta, per la lunghezza sterminata della serata. Probabilmente serve a soddisfare le esigenze di tutti quelli che investono in pubblicità, ma alla fine ci rimettono alcune canzoni - si può capire alle due meno un quarto di notte se “Vai!”, il brano di Alfa, è valido o meno? boh… - e il pubblico, sia all’Ariston che a casa.

Rispetto alle anticipazioni e alle previsioni in cui mi sono lanciato ieri, chiedo subito venia per aver decantato la gloria e la meraviglia di “Finiscimi”, la nuova canzone di San Giovanni: nell’esecuzione dal vivo mi ha deluso un po’. Al primo ascolto mi aveva molto colpito, mi aveva addirittura ricordato Tenco. No, non è così, in ogni caso staremo a vedere.

È il festival dei ritornelli, è il festival dance, è il festival dell’allegria e da questo punto di vista per me vincono in assoluto The Kolors, con “Un ragazzo e una ragazza”, con tanto di mimo. Il leader di The Kolors è simpaticissimo, bellissimo, telegenico, e il pezzo è molto riuscito, un perfetto successo Italo Disco.

Bocciato chi ha voluto portare problemi sociali importanti come la guerra sotto forma di canzone disco, con ritornello ad hoc e “cassa dritta” come si dice in gergo, e quindi no a Dargen D’Amico, con “Onda Alta”, perché il suo genere secondo me non si addice, è troppo carnevalesco, e perché ieri sera, alla fine della canzone, quando ancora era in corso la votazione, si è lanciato uno sproloquio retorico fuori luogo.

Parliamo della prima classifica stilata in questa edizione del Festival (votata solo della sala stampa, senza le radio che votano stasera).

In testa c’è la Bertè con “Pazza”. La canzone della Bertè è stata scritta ad arte, e le si perdona qualsiasi cosa. Detto questo, che sia da podio, assolutamente no.

Stesso concetto che esprimo per Annalisa (“Sinceramente”). Va bene, lei avrà pure trovato la sua versione di espressione artistica al 100%, ma non c’è nulla di sorprendente.

È sorprendente invece Angelina Mango con “La Noia”; ci si aspettava la solita cumbia (e infatti lei balla da sola sul palco manco fosse a Saintes-Maries-de-la-Mer, alla festa dei Gitani) ma è molto brava e capace. Pur essendo molto giovane - ha 24 anni - sa tenere il palco con grande grinta.

Il pezzo di Diodato, “Ti Muovi”, è spettacolare, un capolavoro. È una canzone pulita, perfetta, in stile Radiohead, messa in scena meravigliosamente con i ballerini, e io spero che vada avanti di più. Adesso è nella top 5 e spero che possa guadagnare di più.

Come spero che possa guadagnare, a un certo punto, anche una posizione migliore, una canzone che non è entrata nel gradimento della sala stampa, che invece secondo me ha uno spessore di denuncia: è la canzone Ghali, “Casa Mia”, che racconta alcuni disagi in modo molto intelligente.

Per quanto riguarda lo spettacolo in sé non ci sono stati particolari slanci comici, se non quello di Ibrahimovic, che fissa Amadeus e gli dice “Cosa ci fai tu qui?”. Per la prima serata è tutto. Appuntamento a domani per i prossimi promossi e bocciati.  

Il trofeo di Sanremo

Telegiornale 05.02.2024, 20:00

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