Musiche dal mondo

Gli undici ponti di “Building Bridges”

Inizia oggi la rassegna che ospita musicisti internazionali per rafforzare le connessioni fra culture diverse. In programma quattro concerti, uno dei quali in RSI

  • 24 ottobre, 09:00
17:52

Montmartre, 23.10.24 - Building Bridges

Martino Donth e Gianluca Verga 23.10.2024, 15:00

  • I musicisti di "Building Bridges" (Johannes Rühl)
Di: Vasco Viviani 

Thomas Harrison è professore all’Università di lingue europee e studi transculturali della California, a Los Angeles. Los Angeles ha visto il suo nome originale (El Pueblo de Nuestra Señora de Los Angeles de Porciúncula) mutarsi da ispanico ad anglofono in gran parte del mondo nell’odierna Losèngeles. Uno dei libri più noti di Thomas Harrison è “Of Bridges”, pamphlet letterario e filosofico nel quale spiega quale sia l’importanza del costruire ponti per l’incontro, per raggiungere un luogo o una persona, per connettersi culturalmente fra miti, superstizioni e storie. Così fa il Centro Incontri Umani, fondazione che promuove rispetto, pace e comprensione tra popoli e persone. Nella sua sede di Ascona, da undici anni viene organizzato “Building Bridges”, rassegna di incontro fra musicisti professionisti provenienti da ogni parte del mondo in comunione ed esibizione, modulando insieme le musiche dei loro paesi.

Il tutto nasce a Londra nel 2007, quando Angela Hobart (che del Centro Incontri Umani era direttrice) incontra Gaurav Mazumdar, musicista di sitar indiano con il quale crea un legame che la porterà più volte in India e con il quale troverà questa dicitura “Building Bridges through Music” per il progetto che da lì prenderà piede. Come coordinatore del progetto viene scelto Johannes Rühl, etnologo musicale e curatore artistico, e attorno a loro i primi sei artisti, poi sette.

La particolarità del progetto è che attorno a Gaurav i musicisti si fermano due o tre anni per poi ripartire, sostituiti da altri artisti, altri strumenti, da altre storie e altri paesi. Si fermano ad Ascona per una settimana prima di esibirsi in Ticino e in Svizzera, in una casa d’epoca che trasuda storia e vita. Fu infatti in queste medesime stanze che il 18 e 19 marzo del 1945 si tennero gli incontri dell’Operazione Sunrise, colloqui fra gli alti ufficiali alleati e un generale delle Waffen SS per discutere della resa tedesca sul fronte meridionale del secondo conflitto mondiale, ospitati proprio dal nonno della signora Hobart. La prima trattativa pacifica, mentre sugli altri fronti il conflitto era ancora cruento.

Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma? Proprio quello che sta succendendo quest’anno fra le mura di Ascona e che verrà presentato nelle stanze della scuola Jazz di Sarnen, Obwaldo, questa sera, nella Chiesa di Loco, Onsernone, domani, sul palco dello Studio 2 RSI di Besso il 26 e nella Scuola di Scultura di Peccia il 27 ottobre. Già, perchè conflitto, pace e convivenza sono i temi ai quali i musicisti si sono dedicati quest’anno, con una riflessione e un pensiero che andranno a permeare i loro gesti. Musicisti che quest’anno sono stati prescelti, accolti e seguiti da due nuovi curatori, che sotto la supervisione di Johannes Rühl hanno creato l’attuale insieme.

Dallo scorso anno oltre a Gaurav Mazumdar è rimasta Marina Liontou Machament, dalla Grecia con il suo oud, accompagnati da una schiera internazionale: la finlandese Mirva Ormin a voce, violino, johikko e basso, la statunitense Pamelia Khadijah Stickney al theremin e al violoncello, la sudcoreana Suyeon Ha al gayageum, l’ucraino Andrej Prozorov al sax soprano e l’elvetico Adrian Würsch allo schwyzerörgeli. Giunti a questo punto è assolutamente normale ritrovarsi frastornati davanti a strumenti slegati dalla nostra ordinarietà ma possiamo assicurarvi una cosa: la magia della scoperta di un mondo di suono che si sposa lungo questi ponti invisibili, pur essendo nato a migliaia di chilometri di distanza, è qualcosa di assolutamente impagabile.

Per quanto riguarda le scelte e l’organizzazione, Roman Britschgi e Francesco Giudici (il primo passato come musicista nel 2023 a “Building Bridges” e il secondo ospite di una residenza artistica a Loco da Johannes Rühl) si sono suddivisi il lavoro in maniera sistematica: scelta artistica e seguito diretto dei musicisti per l’obvaldese e contatti, logistica e struttura per il ticinese. Hanno scelto di impostare in primis una scelta strumentale: partendo da due archi come il sitar e l’oud si è cercato di allargare lo spettro, tralasciando per quest’anno le percussioni ma giocando con voci, onde sonore, organetti e fiati, spiegando poi ai musicisti quale fosse la possibilità e l’esperienza che avrebbero vissuto.

Una comune di una settimana, nella quale concentrarsi per conoscersi attraverso il suono, scambiandosi energia tramite le storie e le musiche di ognuno, per riuscire a compattare un’orchestra che possa essere rappresentativa dei legami, dell’energia e della virtù che l’essere umano può ancora trasmettere attraverso la musica. Hanno poi ampliato le esibizioni dal vivo aggiungendo una data a Sarnen e una allo Studio 2 RSI di Besso, con Gianluca Verga come anfitrione. Come descritto da Thomas Harrison, gli strumenti a corda vibrano sopra un ponte, punto sopraelevato dove, con diverse tensioni, guadagnano uno spazio grazie al quale venir manipolati emettendo suono. Un movimento, un passo e un sentore in qualche modo spirituale, che cerca di andare oltre e di produrre bellezza e incontro per un istante. È proprio in questo istante che serve la curiosità, l’interesse, il voler partecipare a una magia per scoprire chi si nasconda dietro questi nomi e quali suoni possano essere estratti da codesti bizarri strumenti. Di certo, agendo sui luoghi nei quali saranno inseriti, parlando direttamente con il pubblico e facendo vibrare corpi e oggetti, produrranno cambiamento, risultato ed esperienza.

Musica come arte delle muse, emanazione diretta del divino, in qualche modo miracolo e magia. Musica come ponte, come costruzione, opera manuale di uomini e donne che hanno lasciato traccia e speso suono, musica, nella loro opera.

Il programma in breve

Questa sera, 20:30 a Jazz in Sarnen

Domani sera, 25.10, 20:00 alla Chiesa di Loco, Val Onsernone

Sabato 26.10, 20:30 Studio 2 RSI, Besso

Domenica 27.10, 15:00 Centro Internazionale di Scultura, Peccia

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