Musica pop

I Beatles all’Ed Sullivan Show

Il 9 febbraio 1964 i Beatles si esibiscono per la prima volta sul suolo statunitense

  • 09.02.2024, 06:00
  • 09.02.2024, 11:09
144867163_highres.jpg

Il beatle Paul mostra il suo basso ad Ed Sullivan, patron dello show televisivo che ospitò la band di Liverpool nel febbraio del 1964

  • Keystone
Di: Sergio De Laurentiis 

Ci sono eventi che definiscono un’epoca. C’è un “prima” e c’è un “dopo”: da quel preciso momento le cose cambiano, prendono una piega diversa. Nel mondo della musica pop e rock c’è una data spartiacque, che rappresenta una specie di Big Bang: il 9 febbraio 1964 (era una domenica). La deflagrazione si verifica dall’altra parte dell’Atlantico ma ha effetti in tutto il resto del globo, sennò che Big Bang sarebbe?

La miccia si accende qualche mese prima, dalla nostra parte dell’Atlantico, e si innesca apparentemente per caso. Un signore americano di mezza età sta aspettando di salire sull’aereo che lo riporterà negli Stati Uniti. A Heathrow c’è sempre un po’ di trambusto, ma quel giorno l’atmosfera è particolarmente elettrica: una folla di ragazzi e soprattutto ragazze ha preso d’assalto l’aeroporto londinese. Il signore americano osserva pensieroso: “Cosa diavolo vogliono ‘sti sbarbati? Non saranno mica dei pericolosi sediziosi?”. No, tranquillo, sono solo i fan di una band che sta tornando a casa da una tournée in Svezia. “E chi sarebbero ‘sti tizi?”. I Beatles. “Chi?? Mai sentiti nominare…”. La sorpresa è genuina, ma dato che il signore americano si chiama Ed Sullivan, conduce lo show più visto negli Stati Uniti e da buon impresario è sempre alla ricerca della “nuova grande sensazione”, quel nome se lo appunta. È vero che i gruppi inglesi nel suo Paese non se li fila nessuno, ma vuoi vedere che stavolta ne vale la pena? È il 31 ottobre del 1963: la miccia è stata accesa, e nessuno dei protagonisti ha idea del botto che stanno per fare.

Tornato a casa Ed Sullivan prende contatto con il manager della band, Brian Epstein. Sullivan vuole essere il primo negli Stati Uniti a presentare in televisione i quattro di Liverpool. Epstein si rende subito conto dell’importanza della proposta, e quindi pochi giorni dopo vola direttamente a New York per siglare l’accordo. È fatta, i Beatles appariranno in tre puntate dell’Ed Sullivan Show. L’abile negoziatore Epstein porta a casa la rispettabile cifra - all’epoca - di 10’000 dollari. La macchina promozionale accende i motori, ma non ha fatto i conti con la Storia, quella con la S maiuscola: il 22 novembre viene assassinato John Fitzgerald Kennedy, 35mo presidente degli Stati Uniti. Lo shock è profondo, difficile da accettare e ancor più difficile da superare. Per un po’ tutto sembra rimanere sospeso, in una specie di limbo. Qualche settimana dopo la macchina promozionale si rimette in moto e i risultati non si fanno attendere. L’attesa e l’eccitazione per l’arrivo di una band fino ad allora quasi sconosciuta negli Stati Uniti montano in maniera impetuosa, tanto che la CBS, il network che trasmette l’Ed Sullivan Show, riceve 50000 prenotazioni per assistere alla prima esibizione negli Stati Uniti dei Beatles. Per la cronaca, lo studio 52 da cui andrà in onda la trasmissione ne contiene 728. E sempre per la cronaca, il record precedente era detenuto da un certo Elvis Presley: in quel caso le richieste erano state “soltanto” 7000.

Il 7 febbraio i Beatles sbarcano all’aeroporto JFK, appena ribattezzato così in onore del presidente assassinato. Sono accolti da 5000 fan. Hanno due giorni per provare e per di più George Harrison non sta bene, si è beccato un bel mal di gola. Il 9 febbraio però tutto è pronto, anche George si è rimesso in sesto. Allo studio 52 c’è molta eccitazione e nervosismo. Il più nervoso sembra proprio il padrone di casa, Ed Sullivan. I più tranquilli? Loro, i capelloni di Liverpool. Dopo i consueti convenevoli, Sullivan pronuncia cinque semplici paroline che innescano il Big Bang: “Ladies and gentlemen, The Beatles!”. Tra urla e grida isteriche i Quattro attaccano “All My Loving”. L’esibizione continua con “Till There Was You”, “She Loves You” e si conclude, dopo una pausa, con altre due canzoni, “I Saw Her Standing There” e “I Want To Hold Your Hand”.

Lo spettacolo non impressiona i giornali. I commenti del giorno dopo sono, per usare un gentile eufemismo, tiepidini. Il Washington Post li definisce “asessuati e familiari”. Il New York Herald Tribune li liquida come “75% pubblicità, 20% taglio di capelli e 5% lamento cadenzato”. Il New York Daily News li stronca così: “Dal punto di vista del look sono un incubo… Musicalmente un mezzo disastro… I testi sono una catastrofe”. La stragrande maggioranza degli americani non la pensa così. Secondo i rilevamenti d’ascolto, davanti alla tv quella sera c’è un numero spropositato di persone, di tutte le età e di tutti i ceti: allo show assistono 73 milioni di spettatori, praticamente sei televisori su dieci quella sera sono sintonizzati sull’Ed Sullivan Show. È un record superato solo due volte, per il finale di stagione della serie “Il Fuggitivo” e per l’episodio di Dallas “Chi ha sparato a J.R”.

52-Beatlemania.jpg

Tra i milioni di spettatori devono esserci evidentemente un bel po’ di ladri e malfattori, perché secondo le statistiche la sera del 9 febbraio 1964 è quella con il minor numero di episodi criminali negli Stati Uniti dalla fine della Seconda guerra mondiale. Tra gli spettatori ci sono decine di ragazze e ragazzi che in quel preciso istante prendono la decisione della vita: diventare musicisti. Ecco come ricorda l’evento il compianto Tom Petty: “I Beatles quella sera mi hanno steso: ascoltarli alla radio era fantastico ma vederli dal vivo è stato elettrizzante. È li che mi sono detto, da grande farò il musicista”. Cambiando qualche parola troviamo dichiarazioni praticamente identiche di gente come Billy Joel, Joe Perry (chitarrista degli Aerosmith), Gene Simmons (Kiss), Chrissie Hynde (Pretenders) Nancy e Ann Wilson (Heart), Richie Sambora (Bon Jovi), Steven Van Zandt (chitarrista della E Street Band di Bruce Springsteen). E l’elenco potrebbe continuare a lungo.

A quella storica serata seguiranno altre due apparizioni all’Ed Sullivan Show (il 16 febbraio, ancora dal vivo, e la settimana successiva, il 23 febbraio con materiale registrato), che non fanno altro che moltiplicare l’attenzione e l’eccitazione attorno a John, Paul, George & Ringo. Fino a poche settimane prima, al di fuori dell’Europa erano quattro ragazzi di “un oscuro gruppo di Liverpool”. Nel giro di una notte - probabilmente senza nemmeno rendersene conto - diventano il gruppo più famoso e influente del pianeta. E gli effetti si sentono ancora adesso, a sessant’anni da quel 9 febbraio 1964.

25:12

I Beatles alla conquista degli Stati Uniti (e del mondo)

RSI Cultura 09.02.2024, 11:08

Ti potrebbe interessare