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Il viaggio multietnico di Zafif

Il progetto ginevrino fondato nel 2016 riparte da “Superposition”, crocevia musicale ipnotico e psichedelico

  • 20 aprile, 10:53
  • 22 aprile, 10:54
30:16

Zafif - Superposition

Confederation Music 21.04.2024, 20:30

Di: Marco Kohler 

“Superposition” é l’ultimo album di Zafif (in italiano “Soffio del vento”), progetto ginevrino fondato nel 2016 da Khalil Bensid, un musicista appassionato, un nomade che si è avvicinato alla musica attraverso la tradizione Gnawa, e Samir Mokrani, suonatore di Oud e di Saz turco e curdo.

“Superposition” di Zafif é un viaggio multietnico, una miscela dinamica tra sonorità groove/rock, influenze arabe, magrebine e turche, ritmiche Gnawa, funk, blues ed elettronica. È un crocevia musicale ipnotico e psichedelico in cui si incontrano generi, radici e influenze di ogni tipo.

«La musica Gnawa - spiega Bensid a Confederation Music, la finestra della RSI aperta sulla variegata e frizzante scena musicale elvetica- è l’incontro dell’Africa occidentale animista con la dimensione arabo-berbera, spirituale. È una confraternita nata nel Maghreb essenzialmente con l’apporto degli schiavi, che hanno fatto del sincretismo con la cultura locale, portando i loro strumenti e la loro musica».

Le cerimonie Lila (rituali tradizionali delle antiche famiglie Gnawa), in cui il Gmbri, (il basso a tre corde) è lo strumento maestro, accompagnato dai suonatori di Karkabous (in italiano i Cròtali) hanno un carattere ripetitivo e ritmico che inducono i partecipanti alla trance e alla connessione con gli elementi e con il divino.

Zafif vanno oltre la semplice fusione: si ispirano alle tradizioni musicali Gnawa, yemenite e dell’Anatolia, reinventadole con i ritmi di tutte le loro altre influenze. 

«È un’incursione in una dimensione più urbana e contemporanea - racconta Morkrani - ma senza limitarsi a costruire un ritmo e metterci sopra due note, come va di moda oggi. L’intenzione di Zafif è creare brani con elementi organici».

Il titolo “Superposition” (in italiano “Sovrapposizione”) è il termine che meglio definisce Khalil Bensid e Samir Mokrani come individui e musicisti. Loro si considerano delle sovrapposizioni di culture, mentalità, emozioni, pensieri, gusti e colori musicali diversi.

Aggiunge Bensid: «Si tratta di abbattere codici e barriere, nel senso che puoi sovrapporre un Oud iper-distorto su una traccia rock con ambientazioni Gnawa».

Per Samir Mokrani invece, “Superposition” è «un’idea metafisica e filosofica dei diversi livelli di percezione del mondo, legati alle diverse tradizioni esoteriche».

Bensid e Mokrani, appassionati di fantascienza, Manga giapponesi e libri come “1984” di George Orwell o “La guerra dei mondi” di H.G. Wells, in “Superposition” ritraggono anche una realtà in cui un mondo distopico è diventato realtà.

«Ti rendi conto che non è più fantascienza, ci stiamo arrivando».

Khalil Bensid, ottimista di natura, non si considera rassegnato, ma piuttosto «consapevole di ciò che sta accadendo. C’è chi si rifiuta d’essere cieco di fronte a tutto questo, gente considerata marginale ma che non lo è più. Questa musica si rivolge a loro».

Con il progetto Zafif, Khalil Bensid e Samir Mokrani (a cui si aggiungono i musicisti Dorian Selmi e Boris Massot) hanno concepito un vero laboratorio musicale, con l’obbiettivo di creare sinergie tra la scena ginevrina e quella magrebina-orientale.

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