C’è qualcosa di primordiale nel concetto di “collettivo artistico”: è quell’idea di comunità che funziona perché spartisce le responsabilità tra i suoi membri.

Layena, nonetto svizzero nato dalle ceneri del Mambassa Collective, incarna l’idea del villaggio in cui, unendo talenti e competenze, le persone avanzano e si evolvono unite.
I loop ripetitivi e ipnotici nati nelle jam sessions, le influenze vocali afrobeat e EDM e l’improvvisazione maturate in tre anni di concerti, sono condensati nel primo album Arcades, in un suono che parla soprattutto la lingua del jazz, senza disdegnare l’indie italiano e neppure l’autotune.

La famiglia Layena è sparsa in tutto il paese; al centro, c’è il musicista e compositore ticinese Cédric Blaser, che abbiamo raggiuto a Friborgo. Il nostro ospite descrive il concetto alla base di tutto come «nove persone che si sono messe assieme e cercano di portare il loro universo per creare questo, di universo, che spesso è rappresentato da pezzi abbastanza lunghi, dove c’è spazio per evolvere, dove ci sono spazi aperti per l’improvvisazione».
