Musica rock

Gli inizi di un mito rock: “Becoming Led Zeppelin”

Il documentario di Bernard MacMahon racconta i primi passi della band britannica, dalla gavetta verso il successo planetario

  • 28 febbraio, 15:04
  • 20 marzo, 14:39
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Bonham, Plant, Page e Jones

  • Imago/UIG
Di: Riccardo Bertoncelli 

Il documentario Becoming Led Zeppelin è in proiezione al Cinema Forum di Bellinzona a partire da oggi alle 18.

Il fuoco dei Led Zeppelin continua a bruciare anche sono passati 45 anni alla fine della band. Il mito è stato rievocato lo scorso anno con la riedizione di The Song Remains The Same, il film ufficiale del 1973, e torna a essere celebrato ora con un bel docu rock, Becoming Led Zeppelin, curato dal regista Bernard MacMahon con l’appoggio di Jimmy Page, Robert Plant e John Paul Jones, i tre membri ancora in vita. Non è una biografia completa ma una storia parziale, che ha il pregio però di tagliare la fetta più buona della torta: gli avventurosi inizi, da zero alla fama planetaria, la gavetta in una Londra appena uscita dal beat e subito il volo negli USA, verso il successo e la Storia Rock.

È divertente e fa tenerezza vedere i tre protagonisti nel tremolante bianco e nero di filmini amatoriali, mentre raccontano le prime fascinazioni di musica e fissano la cornice del racconto: l’Inghilterra anni ‘50, che sta scoprendo rock&roll e blues con qualche esitazione e molti brividi, all’inizio di un viaggio che segnerà la musica del Novecento. Jimmy Page è il più anziano dei tre e il più lesto a entrare nel mondo della musica, si guadagna presto da vivere come sessionman ed è così bravo con la chitarra che tutti lo vogliono; suona in studio con Kinks, Who, Donovan, Rolling Stones, Them e decine di altri. Anche John Paul Jones inizia come turnista in studio, basso e tastiere, e arrangiatore, mentre Robert Plant viene dalla provincia e lì sembra debba rimanere, sconosciuto a tutti, provando senza fortuna come solista e poi con una band psichedelica, Band Of Joy, dove suona un batterista da cui tutti girano alla larga perchè troppo rumoroso, John “Bonzo” Bonham. “Bonzo” è morto nel settembre 1980 ma partecipa anch’egli alla celebrazione con una tenera intervista audio inedita, dove rievoca gli inizi della band, il suo entusiasmo di ragazzo di campagna proiettato nel mondo del rock e l’avversità della moglie, sposata in giovane età, che voleva un marito più presente e non un giramondo da 200 concerti per anno.

La storia è nota. Page entra negli Yardbirds, campioni beat in declino, prova a rianimarli ma le sue idee non sono accettate e presto rimane solo. Non si arrende però, trova un manager che ha fiducia in lui e che sarà fondamentale, Peter Grant, e cerca complici per una nuova band. Vorrebbe un cantante in particolare, Terry Reid, che però rifiuta; è un segno del destino, perchè al suo posto letteralmente dal nulla arrivano Robert Plant e John Bonham, a comporre con l’amico John Paul Jones un insperato, fantastico Tao di rock music. Ci sono vecchi contratti da onorare e per quello la band debutta in Scandinavia come New Yardbirds; poi però la sigla diventa Led Zeppelin, come il leggendario dirigibile, e prima di tornare in scena i quattro si ritirano in studio a registrare un album. Page ha un’idea che lo renderà ricco: paga lui le spese di studio e affitta poi il master alla Atlantic Records, garantendosi così libertà assoluta. Lo psico rock blues della band è irresistibile e la storia schizza a velocità stratosferica; l’ellepì esce a gennaio 1969 e i Led Zeppelin lo presentano in uno scatenato tour che dura mesi, conquistando prima gli USA, poi Gran Bretagna ed Europa. Il 1969 si rivelerà un anno incredibilmente pieno: decine di show ovunque e, nei ritagli di tempo, la registrazione di un secondo LP, quello di Whole Lotta Love e Heartbreaker, pubblicato a ottobre.

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“Becoming Led Zeppelin”: gli inizi di una leggenda

RSI Cultura 27.02.2025, 16:50

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  • Avanti tutta!, Rete Tre

La celebrazione di Becoming Led Zeppelin è giudiziosa e soft; niente veleno e polemiche, non si parla della causa intentata dagli eredi del barone Zeppelin per l’uso della sigla né delle storie di sesso e droga che coinvolsero soprattutto Page e l’ingenuo “Bonzo”, passato troppo in fretta da ragazzo naif a superstar. Se vogliamo manca anche un cenno agli inizi discografici di Plant, che esordì come cantante melodico con una versione inglese (tenetevi forte) di La musica è finita, la canzone di Califano e Bindi. Ma sono peccati veniali, gli appassionati gradiranno comunque il racconto, il tesoro di filmati visti per la prima volta e naturalmente la musica che va in onda: Dazed and Confused, Good Times, Bad Times, Baby, I’m Gonna Leave You, What Is and What Should Never Be - l’indimenticabile chiaroscuro Zeppelin, quel suggestivo soft/hard che è tra i momenti più alti e solenni di tutta la Storia Rock.

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Nuove uscite al cinema, Statistica cinema 2024 in Svizzera, Tananai a Lugano il 4 aprile, Equinozio di primavera

Fresco di Zona 20.03.2025, 13:00

  • Julie Meletta e Claudia Demircan

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