Era da un po’ che qui, in questo comodo spazietto, non bazzicavamo territori propriamente rock. Quel bel roccia con i chitarroni, i riffoni presi dal bluesaccio più sabbioso, le voci rauche e abrasive come carta vetrata sulle guance. È ora di aggiornarci con gli Hey Satan e il loro ultimo EP, Flamingoes.
Parliamo di un terzetto losannese dalle idee molto chiare. L’idea di musica che gli Hey Satan mettono in pratica è la stessa, mutatis mutandis, dei loro eroi: Led Zeppelin, Rage Against the Machine, Kyuss, Stooges. Si capisce chiaramente che la radice blues è potente: solide fondamenta su cui gettare una bella colata di distorsioni e trascinare le allegre melodie a zonzo nei più aridi deserti della perdizione rock, dove il sole picchia come un dannato sulle teste di noi poveri dannati.
A chi già frequenta queste sonorità sarà balenata in testa la definizione di stoner rock. Sì, i territori sono quelli. Musica massiccia (Rubicon, in apertura, è di una certa imponenza) ma che è anche per la mente, specie se ci si lascia avvinghiare dalle suggestioni psichedeliche disseminate qua e là nei loro pezzi. Un aspetto che si esalta laddove lasciano marciare liberi i loro strumenti, senza nemmeno bisogno di metterci un testo (The Monster).
Fin qui i nostri facevano sfoggio in repertorio di due album e un EP. Ciò prima di questo 2025, in cui gli Hey Satan hanno pubblicato Flamingoes. Quattro canzoni tra le quali rientra anche la scelta di questa settimana, Digital Boys with Knives. I pezzi sembrano suggerire una direzione più metal e meno funk rispetto alle precedenti uscite: quindi, qualche ritmo cadenzato in meno e un suono più magmatico. Perché qui fa caldo, come fossimo tra i vasconi di una fonderia. Le immagini roventi, lo abbiamo capito, con la musica dei tre personaggi in questione, abbondano.
E allora eccoli pronti a riprendere il giro di club e festival per portare in giro la loro musica e convincerci a cedergli le nostre anime. Riusciranno nel malefico intento? Lasciamolo decidere alle nostre orecchie.