Un po’, riflettendo sulle vicende che stiamo per raccontare, l’adagio latino “Nemo propheta in patria” viene in mente. In fondo, anche lungo la parabola di una personalità di prestigio ci sta di trovare ogni tanto il vento a sfavore. Di certo la vita ha riservato a Giorgio Gomelsky tante soddisfazioni, e alcune le citeremo in queste righe. La quasi totalità, però, lontano dalla sua terra d’adozione.
Nato in Georgia ai tempi in cui faceva parte dell’Unione Sovietica, cresciuto ad Ascona, negli anni Cinquanta Gomelsky lasciò le sponde del Verbano per trasferirsi a Londra, dove iniziò a organizzare concerti. Nella capitale britannica diventerà uno dei personaggi più influenti di una scena rock destinata a segnare la storia della musica. A dire il vero non si può confinare la sua figura nel milieu rock, ma questo ci porterebbe ancora più lontano.
Nel Regno Unito, Gomelsky aprirà il Crawdaddy Club. Proprio fra quelle quattro mura, il 14 aprile 1963, rese possibile il primo incontro fra i Beatles e i quasi debuttanti Rolling Stones. Evento epocale che creerà un legame fra due gruppi ancora oggi pensati come rivali (sic). Dopo quella sera, i Fab Four regalarono ai colleghi il singolo “I Wanna Be Your Man”, che diventerà il primo successo di Jagger e banda. Particolare non da poco: Gomelsky fu il primo manager degli Stones.
Ricordato come genio e guru, imprenditore dal notevole fiuto, Gomelsky era dotato di entusiasmo, visione e senso dell’umorismo. In ordine sparso, nel corso della carriera ha collaborato con, oltre ai Rolling Stones, gente del calibro di Julie Driscoll, Brian Auger, Gong, Vangelis, Spencer Davis Group, Procol Harum, John McLaughlin. E Yardbirds, la formazione nella quale hanno militato, in periodi diversi, giganti della chitarra come Eric Clapton, Jeff Beck e Jimmy Page. Quegli stessi Yardbirds che Gomelsky portò in Ticino nell’agosto di sessant’anni fa.
Siamo nel 1964. In Gran Bretagna è esplosa la mania beat/rhythm and blues, di cui gli Yardbirds sono brillanti esponenti. Quell’estate, Gomelsky decide di allestire per la band una mini-tournée in Ticino, che avrebbe toccato soprattutto il Locarnese. In realtà lui pensava più a un viaggio vacanza, ma sono dettagli.
Pronti, via e al loro arrivo, il 13 agosto, gli Yardbirds suonano al Lido di Locarno, successivamente si esibiscono alla Taverna, un locale di Ascona. Fra le tappe di questa “vacanzina”, anche una data nel reparto giocattoli della sede locarnese dei grandi magazzini Innovazione, di cui girano alcune foto scattate da Eliano Galbiati, che stregato da Clapton e soci fonderà i Nightbirds.
The Nightbirds
Quarto pilastro 21.02.2024, 15:00
A un albergo luganese è invece legato uno dei ricordi meno piacevoli di Eric Clapton. Un episodio che si verifica sempre durante l’incursione ticinese degli Yardbirds. Il proprietario dell’hotel pretende e ottiene un concerto gratis, che si tiene davanti a pochi spettatori, immaginiamo pure scarsamente interessati al rampante r’n’b di stampo British.
Se vacanza fu, al ritorno in patria la band non portò con sé impressioni memorabili. Ci penserà il tempo a riconciliare Clapton con il Ticino, in occasione del suo grande concerto a Locarno nel 2006.
Giorgio Gomelsky ha lasciato sulla scena musicale svizzero-italiana un’impronta che non si è limitata al breve e poco esaltante tour degli Yardbirds: ha dato infatti un importante contributo al primo Festival jazz di Ascona. È morto a New York nel 2016, all’età di ottantun anni.