C’è chi vanta un mausoleo, chi una semplice lapide. Chi riposa circondato da umili suppellettili, altri invece giacciono attorniati da ori e pietre preziose. Qualunque sia la foggia della tomba che raccoglie le spoglie mortali della tale star, queste sono ormai assurte anche ad attrazioni turistiche, in particolare per il ponte di Ognissanti e per Halloween. Le tombe delle divinità delle sette note vantano un fascino irresistibile; spesso per l’architettura, la bellezza monumentale e ovviamente per i resti mortali che custodiscono. Con un valore aggiunto: fanno girare l’economia! Perché per gli appassionati di musica, per i cultori del tal artista queste tombe sono luoghi di culto, tempi da visitare, da vivere, da farci un selfie da condividere con gli amici e sui social. Ma anche luoghi di meditazione con la certezza che accovacciarsi o sedersi accanto alla tomba in religioso silenzio, accendersi una sigaretta o sorseggiare una birretta favorisce la comunione col suo spirito.
La tomba più celebre e visitata d’America è quella del “King”, del Re del rock’n’roll. I suoi resti mortali sono meta costante di pellegrinaggi, celebrazioni e rituali che culminano nei giorni della scomparsa, 16 agosto, e nascita, 8 gennaio. Elvis riposa a Graceland Mansion, Memphis, nel Tennessee, dove visse gli ultimi vent’anni. Una destinazione che non era prevista. Quando Elvis morì, nel 1977, il suo corpo fu portato al Forest Hills Cemetery, sempre a Memphis. Fu spostato nella tenuta dopo un tentativo di furto della salma. Un’intuizione fortunata! Trasferendolo e aprendo Graceland al pubblico, la famiglia del Re del rock è riuscita a raggiungere l’obiettivo dell’oneroso mantenimento della struttura, creando un tempio unico al mondo per custodire il patrimonio ereditario di Elvis Presley. Si stima che 650’000 persone visitino il sito ogni anno, ed è considerata una delle migliori “attrazioni musicali” del mondo oltre a essere la seconda “casa” più visitata d’America dopo la Casa Bianca.
Uno degli epitaffi più iconici lo dobbiamo a Frank Sinatra, “The Voice” per antonomasia. “Blue Eyes” riposa al Desert Memorial Park di Cathedral City, nei pressi di Palm Springs, in California. Celebre perché accoglie le spoglie di numerosi personaggi dello star system americano. L’epitaffio espressamente voluto recita: “Il meglio deve ancora venire”. E si mormora che il cantante sia stato sepolto con una bottiglia di whisky una stecca di sigarette e la maglia del Genoa calcio, di cui era tifoso. Iconico l’epitaffio, secondo solo a quel “Non escludo il ritorno” inciso sulla tomba di Franco Califano. Chi non ha badato a spese, scegliendo di trascorrere l’eterno riposo nello sfarzo, è Michael Jackson, scomparso nel 2009. Più che una tomba è un vero e proprio mausoleo edificato con nobili materiali - marmo, oro e argento - e finemente decorato. Una meta frequentata giornalmente da orde di fans, raggiungibile al Forest Lawn Memorial Park di Los Angeles, che ha generato non qualche problema. Il prezzo dei terreni per tumulare i propri cari è divenuto esorbitante, si parla di cifre da capogiro, con parecchi zeri. Ma vuoi metter la goduria di condividere il campo santo col Re del pop?
Un mausoleo lo vantano pure le spoglie mortali di Bob Marley, che risulta essere tra le principali attrazioni turistiche della Giamaica. È situato a Nine Mile, pittoresco villaggio di qualche centinaio di anime incastonato tra le colline dell’entroterra che nel 1945 gli diede i natali. Edificata in marmo di Carrara, custodita in una chiesa in stile etiope ricca di una un’iconografia Rastafari, questa sepoltura non incontra i favori della vedova Rita, che avversa la mercificazione dell’immagine del marito. Al cancello della struttura giovani rasta offrono spinelli da consumare, volendo, sulla tomba. Seppur vietata in Jamaica, l’erba per il rastafarianesimo non è droga ma un mezzo che, favorendo la saggezza e la meditazione, permette di entrare in contatto con le sfere celesti. Ecco perché l’icona del reggae è sepolta, oltre che con un pallone da calcio, con la sua amata Gibson Les Paul “solid body”, una Bibbia e l’anello ricevuto dal principe etiope Asfa Wissen, proprio con una pianta di marijuana e i suoi semi.
Quella marijuana che, unitamente all’alcol e alle sigarette, fa parte del corredo di molti dei visitatori della tomba indiscutibilmente più visitata al mondo, quella del “Re Lucertola”, Jim Morrison. Meta costante di pellegrinaggi, situata nel celebre Père-Lachaise di Parigi (XX arrondissement), a sua volta il cimitero più visitato della Terra, che raccoglie le spoglie di numerosi artisti e scrittori quali Chopin, Edith Piaf, Modigliani, Oscar Wilde e Balzac tra i molti. Vero e proprio luogo di culto, davanti alla lapide di Jim, privata da tempo dal busto scolpito negli anni Ottanta e trafugato nottetempo, ogni anno sfila una folla oceanica che lascia bigliettini, poesie, sigarette accese, qualche bottiglia. Si ferma anche per legger la scritta in greco “Kata Ton Daimona Eaytoy” ovvero: “Egli ha provocato i suoi stessi demoni” o meglio: “Fedele al suo spirito”.
Un altro poeta, Fabrizio de André, è sepolto nello splendido cimitero monumentale Staglieno di Genova, un vero gioiello architettonico e paesaggistico visitato e apprezzato da secoli, che incantò l’imperatrice Sissi, Guy de Maupassant, Mark Twain e Hemingway, che lo descrisse come “una meraviglia del mondo”. Oltre a Faber, vi giace l’amica fraterna Fernanda Pivano. Una curiosità: la copertina dello splendido disco dei Joy Division “Closer” è una foto della tomba Appiani voluta da Peter Hook in visita a Staglieno.
E ancora Jimi Hendrix, sepolto nello splendido camposanto di Renton, periferia di Seattle. Un memoriale a forma di gazebo in marmo nero con quattro aperture, decorato internamente con pannelli di granito raffiguranti il musicista e alcuni pensieri alla base dei pannelli. E sulla lapide è incisa la sagoma di una Fender Stratocaster, chitarra simbolo del prodigioso artista americano.
Ma per chi una tomba ce l’ha, un memoriale, una lapide, un luogo tangibile dove deporre un fiore, altri no, non vantano un luogo specifico dove piangerli o celebrali; tra questi John Lennon, Kurt Cobain e Freddie Mercury. L’ex Beatle non è sepolto in nessun luogo, non ha una tomba o una lapide. Le sue ceneri furono disperse in parte nell’Oceano Atlantico da Yoko Ono, che non volle neppure un funerale. Però il musicista e attivista britannico vanta un parco pubblico con statua annessa nel distretto El Vedado a L’Avana, un muro edificato a Praga in sua memoria, oltre al celebre Strawberry Field Memorial: 10’000 metri quadrati nel cuore di Central Park a New York. E poi, per chi conserva i “baronetti” nel cuore, una visita alla chiesa di St. Peter a Woolton, sobborgo di Liverpool, è consigliata. Non solo perché è il luogo dove si incontrarono la prima volta John e Paul in occasione di una festa parrocchiale. Nel piccolo cimitero adiacente troviamo le tombe di Eleonor Rigby e John Mckenzie; se questi due nomi non vi provocano qualche emozione… Cobain, come detto, un’ultima dimora non la possiede. Anche le sue ceneri furono disperse, e in più luoghi: un terzo è stato depositato nel tempio buddhista di Ithaca a New York, un terzo è stato sparso nel fiume Wishkah, una manciata è stata sparsa di fronte alla dimora di Lake Washington Boulevard a Seattle, un’altra manciata a McLane Creek, Olympia, e il resto è rimasto in possesso della moglie. A Seattle però hanno edificato un memoriale, appartato, sulle rive fangose del Wishkah River.
Il trittico di queste supernove della musica private della dimora terrena lo concludo con Mercury, le sue ceneri sparse dove non si sa. O meglio, solo Mary Austin ne è a conoscenza, l’amica che gli rimase accanto tutta la vita, “Il più grande amore della mia vita”, disse di lei Freddie. Le fu consegnata l’urna e si mormora che forse sono sepolte sotto un ciliegio del giardino della tenuta, a Logan Mews, Londra. Ma anche versate nel Lemano, a Montreux, dove Freddie visse alcuni anni trovando pace, tranquillità e conforto. O ancora seppellite in un cimitero di Londra. Il mistero è stato parzialmente svelato di recente col ritrovamento di una targa che sembrerebbe la sua. E col vero nome di Farrokh Bulsara e le date di nascita e morte coincidenti. La targa è firmata “M.”, probabile iniziale di Mary, e si legge: “Pour Être Toujours Près De Toi Avec Tout Mon Amour”.
E dunque Parigi, Genova, Memphis, Seattle, Los Angeles, Londra, la Giamaica sono solo alcune delle destinazioni i cui cimiteri raccolgono le spoglie mortali, meta di costanti pellegrinaggi. L’elenco è infinito, come la bellezza di molti cimiteri stessi che meritano una visita. Come, ad esempio, lo splendido Cimitero della Chacarita di Buenos Aires, che tra i molti accoglie Carlos Gardel, il mito del tango la cui statua vanta una sigaretta perennemente accesa. O ancora il Woodlawn Cemetery, tra dei più grandi cimiteri di New York, classificato dal 2011 come National Historic Landmark, che protegge le spoglie di Miles Davis, Irving Berlin, Duke Ellington, Ornette Coleman. Luoghi di pace, raccoglimento e di meditazione. Consigliati come meta di viaggio aggiuntiva.
Tomba Bob Marley
Parzialmente scremato 22.10.2024, 06:00