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Trend musicali del 2023: da tenere o da buttare?

Peccato, non possiamo scegliere cosa gettare via con l’anno vecchio: come sempre, sarà il mercato a farlo. Per fortuna nel mondo della musica continuano a succedere cose interessanti…

  • 21 dicembre 2023, 14:34
  • 21 dicembre 2023, 14:34
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  • Da Youtube
Di: Michele R. Serra

Tradizioni di capodanno: mangiare lenticchie, mettere il dito nello spumante, indossare qualcosa di rosso, bruciare una banconota, versare crema dolce sul pavimento, rientrare a casa con il piede destro, portare una valigia vuota, lanciare il pane contro il muro. Ce ne sono molte altre, in giro per il mondo, perfino più assurde di queste – o almeno, così pare. In diverse zone della vicina Italia – specialmente al sud – era piuttosto diffuso il cosiddetto “lancio dei cocci”: allo scoccare della mezzanotte venivano rotti sul pavimento bicchieri, piatti e piccoli oggetti in ceramica, i cui cocci (appunto) venivano poi gettati da finestre e balconi. Alcune varianti del rito prevedevano che le stoviglie sbeccatesi durante l’anno venissero conservate proprio in attesa della notte del 31 dicembre. Senza arrivare ad eccessi fantozziani (indimenticabile la scena del forno buttato dalla finestra proprio sulla Bianchina del ragioniere) tutte le testate – perdonate la parola – culturali, arrivate a questo punto dell’anno provano a rinverdire quella tradizione. Per carità, solo in senso metaforico, applicando il rito scaramantico del lancio dei cocci a film, libri, dischi e quant’altro sia stato prodotto dall’ingegno umano nei dodici mesi precedenti. Tuttavia, non possiamo essere noi a decidere cosa tenere e cosa buttare, specialmente se si parla di musica.
Già: i trend e le ondate musicali, semplicemente esistono, e non sono controllabili. Sono prodotti dal fortuito (o è il destino?) incrocio di nuovi artisti e nuove esigenze da parte del pubblico; queste ultime a volte create a tavolino dal marketing musicale, ma molto più spesso spontanee, sorprendenti, insondabili. Abbiamo provato a individuare alcune tendenze musicali che hanno caratterizzato il 2023 nel mondo occidentale, e per ognuna scelto una canzone-simbolo. Se questi trend saranno con noi anche nel 2024, solo il tempo ce lo dirà.

Il passato che non passa

Se il rock è morto – come sembra dimostrato dalla quasi assenza, ai vertici delle classifiche, di musica che possa essere classificata come tale – i suoi miti sono ancora vivi e vegeti. A cominciare dai due nomi più classici in assoluto, quelli di Beatles e Rolling Stones. Se i secondi (con il settantaseienne Ronnie Wood e gli ottantenni Mick Jagger e Keith Richards) hanno sfornato probabilmente il loro album più bello degli ultimi 40 anni, e ottenuto ottimi risultati a livello di vendite, i primi hanno addirittura sconfitto la morte raggiungendo la vetta delle classifiche britanniche per la prima volta dal 1969. Naturalmente grazie a Now and Then, meraviglia psych-pop strappalacrime che ha riportato alla luce registrazioni inedite di George Harrison e John Lennon. O almeno, questo è quello che ci hanno raccontato: non è detto che i due non siano ancora vivi e vegeti, e Paul, invece, sia morto. Si sa. Anche se quello che ha calcato i palchi di mezzo mondo negli ultimi due anni sembra piuttosto in forma, chiunque sia. Come del resto Bruce Spingsteen – a parte le polemiche sul prezzo dei biglietti che l’hanno inseguito anche quest’anno – e i Kiss, tanto per fare due nomi a caso. Per non parlare degli U2, che con la loro striscia di 40 (!) concerti allo Sphere di Las Vegas stanno mostrando al mondo quale potrebbe essere il futuro degli eventi live: decidete voi se si tratta di un sogno o di un incubo.
Anche al di là di questi nomi giganteschi, la nostalgia sembra andare forte: basta pensare al festival all’insegna del punk californiano di fine Novanta When We Were Young, che ha riportato folle oceaniche a vedere Blink 182 e Green Day, oppure – per guardare più vicino – alla reunion dei Club Dogo, che produrrà un nuovo disco e un’infilata di dieci date al Forum di Milano. Intanto, Vasco Rossi prepara sette (!) concerti sold out a San Siro. Il virus della nostalgia è ancora endemico, insomma. Ma non fa male.

Il futuro è artificiale?

La cosiddetta intelligenza artificiale è stata il tema di discussione più frequentato dell’anno, fino allo sfinimento. Però è inevitabile anche qui ricordare il momento in cui una finta canzone di Drake e The Weeknd generata da un software ha ammassato milioni di stream in poche ore, mentre gli addetti stampa dei due artisti erano impegnati a smentire che quella canzone fosse stata realmente registrata dai loro assistiti.
Il miglioramento dei software imitativi è del resto evidente in tutti i campi, a partire da quelli dell’immagine, e la musica non poteva certo rimanere immune da questa ondata di contenuti tanto fasulli quanto estremamente concreti. Certo, per ora le AI song sono soprattutto stupide cover e improbabili mash-up, costruiti per diventare meme come la maggior parte delle opere d’arte che nascono e crescono sulla rete. Tra le diverse produzioni circolate quest’anno, segnaliamo giusto Demo 5: Nostalgia – con un finto Justin Bieber e soprattutto un finto Bad Bunny, che si è arrabbiato non poco – e la notevole cover di Born Slippy degli Underworld cantata da Homer Simpson. Stupidaggini, certo. Ma siamo ormai abituati a vedere fenomeni di internet che sembrano solo scherzi e poi diventano maledettamente seri, quindi c’è poco da stare tranquilli.

Il decennio latino

La musica del sud America è onnipresente nel mondo occidentale già da qualche anno. Ma il 2022 aveva rappresentato un vero apice per reggaeton & co., l’anno di Motomami di Rosalía e di Un Verano Sin Ti di Bad Bunny: due album rivoluzionari che hanno portato verso nuove vette commerciali (e, perché no, artistiche) la cosiddetta musica latina. Ma il 2023 ha rappresentato un ulteriore passo in avanti: ha sorpreso l’emergere della música mexicana su scala internazionale, grazie naturalmente all’ibridazione con l’hip-hop. Il campione di questa tendenza è ovviamente Peso Pluma, che insieme agli Eslabón Armado ha prodotto la contagiosa Ella Baila Sola, un pezzo che ha spazzato via ogni confine tra nord e sud America (chissà se Donald Trump prometterà anche un muro contro la musica, durante la sua campagna elettorale). Tra i fenomeni più sotterranei, ma già capaci di dare grandi soddisfazioni, da segnalare il suono malinconico del sad sierreño, che mette insieme temi ed estetica emo con chitarre acustiche spagnoleggianti tradizionali. Per capire meglio, una canzone di Junior H vale più di mille parole.

Le donne si prenderanno – finalmente – l’hip-hop?

Nell’anno del cinquantesimo (l’hip-hop ha il vantaggio di avere una data di nascita sulla quale più o meno tutti concordano) si è discusso molto della crisi del genere. Per la prima metà del 2023, infatti, nessun album hip-hop ha raggiunto la posizione numero 1 nelle classifiche americane: un digiuno rotto solo dal Pink Tape di Lil Uzi Vert a luglio. Peggio ancora è andata con i singoli, visto che solo a settembre Doja Cat ha un’astinenza di 13 mesi per il genere grazie a Paint the Town Red. Dire che l’hip-hop sia in crisi di risultati è un’accusa grave, per il genere musicale che ha fatto della performance artistico-commerciale la sua bandiera, e che ha convinto un’intera generazione a guardare, per prima cosa, ai numeri (idea su cui possiamo non essere d’accordo, ma tant’è).
Si tratta però, in ogni caso, di un’accusa infondata: gli artisti hip-hop continuano a essere presenti in massa nelle classifiche, anche in mancanza di fenomeni da numero 1; continuano a sfornare novità nate dal basso, come dimostra la new wave proveniente dal cosiddetto soundcloud rap, che tante soddisfazioni aveva dato agli ascoltatori tra 2017 e 2018; continuano a riempire gli stadi, specialmente se si tratta di veterani come Nas, Wu-Tang Clan o 50 Cent.
Soprattutto però, l’hip-hop nel 2023 sembra finalmente pronto per trovare quello che – salvo sporadiche eccezioni – è sempre mancato nella sua storia: una grande star donna. Questi anni hanno infatti visto nascere stelle assolute del contesto americano come Cardi B e Megan Thee Stallion, e il 2023 ha consolidato il trend lanciando in orbita Latto (prima rapper a ottenere un numero 1 nel 2023) e GloRilla. Ma l’onda femminile nel rap si ingrossa sempre più: Coi Leray, Ice Spice, Tierra Whack, Rico Nasty, Flo Milli, Kash Doll, BIA... Nel titolo c’è un punto di domanda, ma effettivamente sembra solo questione di tempo: le donne presto domineranno anche l’hip-hop, portando a termine una rivoluzione che al rock non è mai riuscita.

“Now and Then” e l’intelligenza artificiale

Voi che sapete... 13.12.2023, 10:00

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