Ricapitoliamo il contesto... Gli U2 nel 1987 pubblicano quello che probabilmente è il loro (ultimo) capolavoro, "The Joshua Tree". Al quale fa seguito "Rattle & Hum" che è il disco, un po' live un po' no, che è nato durante i loro mesi negli Stati Uniti. E non è un caso il fatto che si dovranno attendere 3 anni per ascoltare nuova musica del quartetto di Dublino: "Achtung Baby", disco epico la cui gestazione è ben raccontata nel bellissimo documentario "From the sky down" di Davis Guggenheim. In sostanza: o nasceva il disco che è poi stato "Achtung Baby" oppure da Berlino, dove si erano ritrovati per registrare agli storici Hansa Studios, ognuno dei quattro (5 con Brian Eno, eminenza grigia) avrebbe preso la sua strada. Sappiamo cosa è successo, grazie, soprattutto, a "One" che di quel disco resta l'icona placcata platino.
Bisogna aspettare il 5 luglio 1993 per vedere nei negozi un nuovo disco: "Zooropa", che dire spiazzante è poco. Un mix di elettronica, disco, meta-rock e tantissime idee. Per intenderci, si chiude con "The Wanderer", duetto con Johnny Cash, che non c'entra assolutamente col resto del disco. Ma che messa lì è semplicemente al posto giusto per farti dire "ok, ricomincio" da capo.
Col senno di poi, un disco sottovalutato: occorre poi dare un peso al "poi": perché in realtà, grazie anche al monumentale "ZooTv tour" che accompagna, le canzoni del disco, quelle davvero forti, sono tante: la title-track; "Numb", "Lemon", "Stay (faraway so close" che finirà pure a fare da pilastro portante in un film di Wim Wenders ("Così lontano, così vicino") e "Some days are better than others". Canzoni che (a parte proprio quest'ultima, scelta da Bono nella sua selezione per "Songs of surrender", ovvero quel cofanetto di rivisitazioni acustiche uscito qualche mese fa) non puoi eseguire diversamente. Devono essere per forza così, elettriche, distorte e contorte, come è "Zooropa". Che è un album sfogo, che è quel disco che, chi lo ha fatto, aveva bisogno di realizzare resettando tutto quello che è stato il prima, per regalarsi un dopo!
A dirla tutta, lo ZooTV tour era già in corso prima dell'uscita di "Zooropa" ed è proseguito dopo con l'inserimento di alcune canzoni. E, soprattutto, quel periodo è stato forse uno dei momenti più grandi dell’attività politica della band, in un contesto geopolitico che cominciava a portare sulle prime pagine i primi rigurgiti di potere della destra estrema e tutta una serie di assestamenti, soprattutto ad est, che avrebbero portato all'assedio di Sarajevo. Da qui il tono post-apocalittico del tour, ma anche presente e tra le pieghe dell'album. Soprattutto, "Zooropa" è un calderone pieno di arte, non solo musicale: citazioni da cinema, fotografia, letteratura. Difficile trovare tutte le citazioni, comprenderle e contestualizzarle: un gioco che, appunto, va oltre la musica e valorizza ancor di più questo azzardo che è, nella carriera della band, un disco di questo genere. Poi anche i più grandi a volte inciampano: forti del consenso, magari inatteso, per questo disco strambo ma eccezionalmente vivo, nel 1997 Bono e soci proveranno a dargli un erede. Ecco, con "Pop" hanno potuto provare l'ebbrezza del flop, che li porterà, ad inizio del nuovo secolo, al secondo reset artistico con "All you can't leave behind", titolo emblematico.