Musica italiana

Zibaldino per il neo-ottantenne Gianni Morandi

Con i suoi successi, il cantante bolognese ha alimentato reinterpretazioni scherzose e parodie. Oggi è anche personaggio affermato nella sarabanda social. Excursus senza schema nel suo mondo

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Gli 80 anni di Gianni Morandi

Millevoci, Rete Uno 11.12.2024, 10:05

  • Maria Laura Antonelli/Avalon
Di: Andrea Rigazzi 

Non sono un morandologo, né nutro ambizioni di esserlo (anche se, segretamente, chissà…). Dici Gianni Morandi ma lo pronunci e lo pensi tutto attaccato, Giannimorandi. Letteralmente un binomio, inscindibile, che procede lungo i binari della comunicazione, percorsi talvolta imperscrutabili. Praticamente è un marchio. Oltre che una lunga serie di successi della musica leggera italiana, le sue canzoni hanno fornito spunti a battute e riletture ridanciane. E allora, via al collage di canzoni, immagini e altre schegge assortite.

Partiamo dal ricordo di quando mio papà accoglieva una notizia positiva in famiglia accennando senza troppi virtuosismi, e in modo decontestualizzato, “Son contento perché la mamma mi ha dato i soldi per andare al cine”. Che poi, pensando al giubilo di un giovanissimo Morandi per il fatto che la mamma gli aveva dato i soldini per portare alla proiezione la fidanzatina Milena, e riflettendo su quello che viene esaltato in certe canzoni giovani in questi anni Venti (la Tesla, l’alta moda, i piccioli in sé), viene tanta tenerezza.

Tenerezza che lo stesso Gianni aveva provveduto ad allontanare da sé allorquando, nello stesso anno (1963), chiedeva con una certa forza alla fidanzata - non è dato sapere se fosse sempre Milena o un’altra - di farsi mandare dalla mamma a prendere il latte, così da chiarire una questione di gelosia. Tutto nei canoni di una comunicazione franca e rispettosa, tranne quell’accenno di violenza nel rivolgere il pensiero a quel coso – l’altro – al quale, nel malaugurato (per lui) caso si fosse riappalesato, l’imberbe Gianni avrebbe spaccato il muso. “Fatti mandare dalla mamma” sarà oggetto di riletture e parodie. In particolare, tra quelle le più divertenti ricordo quella del Trio, nella sua versione de “I promessi sposi”, con Massimo Lopez-Don Rodrigo che, geloso di Tullio Solenghi-Renzo Tramaglino, fa pervenire la stessa richiesta sotto la finestra di Anna Marchesini-Lucia Mondella.

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Gianni Morandi a Millestorie

Millestorie 11.12.2024, 11:05

  • IMAGO

Certo che Gianni è proprio uno di famiglia. Ci pensavo adesso, intanto che scrivevo, mentre riaffiorava il ricordo di mia mamma che la sera, con la chitarra, cantava quest’altra canzone qui. In tema di riutilizzi creativi, trovo sempre divertente quando chiacchierando si accenna che “c’era un ragazzo” rispondere “che come me amava i Beatles e i Rolling Stones” e osservare la reazione. Sarà successo due volte in tutto ma è stato divertente. Anche qui ci troviamo nella decontestualizzazione più pura, ragionando sul senso pacifista di questa canzone, che parla del conflitto in Vietnam. Una guerra che avrebbe sconvolto una generazione di coscritti, diviso gli Stati Uniti e alimentato il fuoco della contestazione giovanile in tutto il mondo. Tanti decenni sono passati da allora. Questo uso scherzoso del pezzo si trasforma, inconsapevolmente, nel tentativo di far nascere il fiore (di un sorriso) sopra un fatto brutto, come avrebbe cantato lui stesso tanti anni dopo, assieme a Lucio Dalla.

Poi vabbè, lo so che la cosa può sembrare di marginale importanza, ne ha tutta l’aria, anzi lo è. Ma a me ha sempre fatto un certo effetto vedere le foto di Gianni Morandi coi baffi tra la fine degli anni Sessanta e l’inizio dei Settanta. In alcune immagini addirittura con la barbetta incolta! Non so, è sempre stato come vedergli compromettere tricologicamente parlando il suo aspetto così rassicurante. In realtà, molto più terra terra, erano le mode di allora, peraltro riprese in tempi recenti.

Qualcosa da ridire ce l’avrei sulla scelta delle camicie fantasia, ma mi trattengo per non fare il guastafeste.

Restiamo lì, in zona tardi Sessanta, periodo in cui uscì “Un mondo d’amore”. La canzone del “grande prato verde dove nascono speranze che si chiamano ragazzi”, il cui ritornello sarebbe stato ripreso da Elio e le Storie Tese ne “La vendetta del fantasma Formaggino” - che tra l’altro ingloba anche accenni a “Andavo a cento all’ora” e “Sei forte papà”. Resta notevole la trasformazione nonsense dei comandamenti morandiani, a partire da “Uno, tu non prendi parte neanche a una barzelletta” transitando da “tre-no dell’amore portami con te” e “cinque-nate il fiume”.

Elii e Morandi che duetteranno diversi anni dopo, questa volta per davvero, in “Fossi figo”.

Se lo chiamano “Eterno ragazzo”, clichettone da cui volevo tenermi lontano ma che mi serve per argomentare, un perché io ce lo vedo. Al di là dell’aspetto che si mantiene giovanile, è l’energia di Morandi a colpire. Una carica che lo ha portato sul podio di Sanremo ancora di recente, con un pezzo scritto da Jovanotti. Sanremo che ha vinto nel 1987 assieme a Enrico Ruggeri e Umberto Tozzi con “Si può dare di più”, un po’ la risposta italiana a “We Are the World”. Festival della canzone che ha anche presentato.

Morandi ha saputo cogliere il fatto che la musica oggi è (ahinoi) scesa in graduatoria rispetto ad altre forme di intrattenimento. Si è inserito nelle logiche dei social media tramutandosi in quasi-meme dai notevoli riscontri. Vero, dietro ai famosi autoscatti, alle sue scene di vita quotidiana, ci sono altre sapienti mani (oltre alle sue manone, diventate leggendarie) ma in fin dei conti i follower logorano chi non ce li ha.

Così si è dato un’immagine al passo con ritmi e (s)regole della comunicazione contemporanea divenendo figura dai tratti quasi mitologici, a tal punto da fare notizia per le apparizioni improvvise nelle vie della sua Bologna.

C’è qualcosa che però Morandi fa sulle sue gambe e senza l’aiuto di nessun altro: correre. Le maratone. 42,195 chilometri tutti d’un fiato, e che fiato! Ha partecipato a manifestazioni podistiche in mezzo mondo; corre, corre, mi immagino più veloce della lepre in tuta rossa di cui cantava nel 1976.

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Sei forte papà

RSI Cultura 11.04.1977, 15:44

Al sottoscritto, per questa comune passione (con la differenzuccia che non ho mai corso una maratona), il Gianni Morandi in scarpette da corsa suscita grande ammirazione. Lui, anche adesso che ha compiuto ottant’anni, non ha intenzione di fermarsi, tanto da aver già annunciato di voler prendere nuovamente parte a quella di New York. Sarebbe la quarta volta. Mica male, eh. D’altronde è pur sempre colui che andava a cento all’ora. Buon compleanno, Giannimorandi!

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