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Chiasso: 150 migranti in un quartiere? “I rischi ci sono”

La nuova proposta per la sistemazione di richiedenti d’asilo in cinquanta appartamenti è stata portata avanti dal Cantone

  • 20 agosto, 13:28
  • 20 agosto, 13:28

Chiasso: 150 migranti in un quartiere

Alphaville 19.08.2024, 11:45

  • © Ti-Press / Elia Bianchi
Di: Red./Enrico Bianda

150 migranti a Chiasso, tutti in un unico quartiere, quello di via Soldini. Questa è la proposta del Cantone che intende sistemare i richiedenti asilo in 50 appartamenti di un solo complesso immobiliare. In molti, anche sulla stampa locale, hanno espresso preoccupazione. In diversi, infatti, pensano che l’arrivo di un numero ingente di persone dovrebbe essere accompagnato da misure di integrazione per evitare il rischio di sovraccaricare i servizi all’interno di un Comune che ha poco meno di 8’000 abitanti.

Tra i contrari alla proposta c’è l’associazione Mendrisio Regione Aperta. Il suo coordinatore, Willy Lubrini, ha inviato una lettera di allarme al Consiglio di Stato e ai Municipi di Balerna, Chiasso e Mazzano. Ai microfoni di Alphaville è lui a esporre alcune contraddizioni che, dice, «partono da lontano». Fra queste il rischio che il quartiere diventi una sorta di ghetto. E poi il fatto che «queste 150 persone vanno a sistemarsi in 50 appartamenti sopra un servizio sociale che si occupa già di integrazione di famiglie di stranieri». «E il rischio - continua Lubrini - è una sovrapposizione di due servizi e la messa in difficoltà di questo servizio che lavora già a pieno regime».

Quali sono allora le misure urgenti affinché Chiasso e il Basso Mendrisiotto possano accogliere e integrare i migranti? Risponde Lubrini: «Integrare migranti con questi numeri non ha senso perché vuol dire vuol dire dare un sovraccarico a tutti i servizi che partono dal pre asilo, dalla scolarità ai lavori di utilità pubblica, dall’inserimento lavorativo alla formazione e ai servizi sociali». E ancora: «Il buon senso sarebbe stato di distribuire queste persone negli altri comuni della città…». «È chiaro che è una questione complessa che va studiata nei minimi dettagli a livello di sociologia urbanistica e a livello di integrazione degli stranieri».

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