La scarsità di terreni edificabili, l’aumento degli affitti nelle grandi città e l’attenzione alla sostenibilità stanno spingendo sempre più svizzeri a interessarsi alle Tiny Houses, abitazioni realizzate totalmente in legno e dotate di tutti i comfort di una casa “normale” ma “miniaturizzata”. Le Tiny Houses hanno avuto origine negli Stati Uniti, in risposta a situazioni di emergenza abitativa, come successe dopo l’uragano Katrina del 2005. Oggi, rappresentano un movimento architettonico e sociale che promuove uno stile di vita etico e sostenibile.
Innovazione e sostenibilità: Il primo villaggio di Tiny Houses in Svizzera orientale
In Svizzera, come nel resto d’Europa, sempre più persone si confrontano con le forme ecologiche dell’abitare e la riduzione dei bisogni. A Gais, nel Canton Appenzello, Matthias Mösli ha intercettato la tendenza ed ha realizzato un progetto ambizioso e visionario: il primo villaggio di Tiny Houses della Svizzera orientale.
“Non vogliamo solo parlare di sostenibilità, ma anche metterla in pratica”
Il complesso “Mein Tiny House” oltre ad essere un esperimento architettonico (lo spazio abitativo totale è di 25 metri quadrati e comprende soggiorno, sala da pranzo, bagno e camera da letto) è un modello di vita sostenibile. Le case sono costruite con legno proveniente dalla foresta locale, isolamento in fibra di legno, impianti fotovoltaici, batterie e riscaldamento a legna integrato.
I residenti sono persone che prima abitavano in case spaziose, ma ad un certo punto hanno sentito il bisogno di ridimensionarsi e di vivere in modo più sostenibile, come ci racconta Christa Diethelm: “È l’ideale per una persona. È simile a un normale appartamento, una casa normale, ma richiede poca manutenzione e contiene solo ciò di cui hai realmente bisogno. Questo è il vero motivo”.
Il progetto pilota di d Matthias Moesli dimostra che la sostenibilità può andare di pari passo con il comfort, anche in spazi ridotti. Ma quando e dove è nato il fenomeno delle case in miniatura?
Le origini delle Tiny Houses
Dopo la devastazione provocata dall’uragano Katrina, che nel 2005 colpì Bahamas, sud della Florida, Mississippi, Louisiana e Alabama, lasciando molte persone senza casa, l’architetto Marianne Cusato progettò i Katrina Cottages: piccoli e semplici prefabbricati di 28 mq che offrivano comfort e sicurezza.
Anche Julie Martin, dopo aver perduto la sua casa nel disastro, non rimase con le mani in mano e progettò The Fresh Start House, una casa mobile, realizzata interamente in legno, che poteva essere spostata su un rimorchio standard. Una soluzione abitativa mobile e funzionale per coloro che avevano perso tutto.
Ma fu durante la crisi finanziaria globale del 2007, che le Tiny House si imposero come interessante alternativa economica ed ecologica alle case tradizionali. Inoltre, popolari trasmissioni televisive contribuirono a far conoscere queste case in miniatura al grande pubblico.
Negli anni il fenomeno si è evoluto, trasformandosi nello “Small House Movement”, movimento che promuove uno stile di vita più etico, libero e sostenibile. E continuano ad aumentare gli estimatori di queste piccole abitazioni che possono avere un grande impatto sulla nostra società.