Mi ha sempre affascinato il potere delle parole, quella capacità di raccontare storie, di farci viaggiare nel tempo e nello spazio. E i toponimi, i nomi dei luoghi, non fanno eccezione. Quando camminiamo per le strade dei nostri paesi, magari senza farci caso, stiamo entrando in un patrimonio di significati che ci parla di chi c’era prima di noi, di chi in quei luoghi ha lavorato, costruito e vissuto. Capire l’origine di un nome ci aiuta a guardare con occhi curiosi quegli spazi che ci sono familiari, rivelando aspetti di storia, cultura e linguaggio che forse non immaginavamo.
In questo viaggio tra i toponimi del Ticino, voglio condividere con voi alcune storie, alcune scoperte. Non sarà certo un racconto esaustivo, ma un piccolo assaggio di come i nomi dei luoghi che ci circondano possano svelarci tanto sulla nostra identità e sul nostro passato. Scopriremo che, a volte, dietro un semplice nome si nasconde un mondo di significato, prezioso, da non dimenticare.
Il suffisso -asca: l’importanza dell’acqua
Iniziamo il nostro viaggio da un suffisso che ritroviamo in molti luoghi del Ticino, come in Capriasca, Biasca, Verzasca e Giubiasco (quest’ultimo declinato al maschile). Il suffisso -asca nell’antica lingua ligure segnalava la presenza di un corso d’acqua. In effetti, i luoghi qui menzionati sono tutti legati ad una fonte idrica: la Val Capriasca è attraversata dall’omonimo fiume, il nome Verzasca potrebbe essere un composto che ricorda i riflessi verdi del suo fiume, la Verzasca, Biasca è invece situata all’incontro di due corsi d’acqua: il fiume Ticino e il fiume Brenno. Altri studiosi vedono nel suffisso -asca più un semplice significato di comprensorio, senza riconoscere il legame con l’acqua.
Il suffisso -engo: un po’ longobardo, un po’ germanico
Un altro suffisso che emerge nei toponimi ticinesi è -engo, come in Sorengo e Barbengo, ma anche Mairengo e Lurengo, nell’alta Leventina. Questo suffisso ha una duplice origine, secondo il linguista Ottavio Lurati. I toponimi con questo suffisso presenti nel Ticino meridionale, come Sorengo e Barbengo, derivano dal longobardo, mentre quelli delle località più periferiche della Leventina, come Mairengo e Lurengo, portano una traccia di un’influenza nord alpina. Spesso, il suffisso -engo veniva aggiunto per indicare una dipendenza da qualcosa; un esempio simile è il nome dell’uccello ramengo (o ramingo), un volatile che non ha nido e vive saltando da ramo a ramo.
Mendrisio
Un altro esempio di toponimo significativo è Mendrisio. Il nome si ricollega a Mendris, che deriva da *minudri*, un termine che in dialetto indica cose piccole o minute. Il suffisso -is è aggiunto per indicare la località, e Mendrisio dunque significa letteralmente “i terreni minutrici”.
Lugano
Lugano, la grande città affacciata sul Ceresio, ha un’origine che affonda nel latino. Deriva da lucus, che significa foresta o bosco, e si lega alla parola *lucanum*, che indicava un luogo boschivo. Nei documenti antichi si trova anche il nome associato al lago, come nel caso di “Laco lucanasco”. Nel tempo il termine è evoluto fino a diventare Lugano, attestandosi stabilmente in questa forma a partire dal 1300.
Gandria
Il nome Gandria, piccola località sulle sponde del Ceresio, deriva da gandula, che significa sassaia o dirupo, probabilmente a causa della conformazione geologica del territorio. Il termine ganda o ganna è legato a un luogo roccioso o inclinato.
Savosa
Un altro toponimo interessante è Savosa, che deriva da “suavosa”, una parola che si riferisce a uno stanziamento di soldati svevi. In epoca medievale, queste truppe si insediavano lungo le principali vie di comunicazione per controllare il territorio e le strade di accesso alla vicina Lugano. Con il tempo, la “u” cadde, trasformando “suavosa” in Savosa. Questo nome ci racconta un momento storico in cui il Ticino si trovava sotto l’influenza di popoli germanici e svevi.
Porza
Il nome di Porza, piccola località del Luganese, deriva dall’antico lombardo polsa, a sua volta legato al latino *pausa*, che significava proprio riposo. La trasformazione fonetica da “polsa” a “Porza” è dovuta all’oscillazione della consonante “l” in “r”. La storia di questo nome ci suggerisce che Porza fosse un luogo di sosta per i pellegrini o i viandanti che percorrevano antiche vie. Un importante punto di riposo nella loro lunga e faticosa marcia, soprattutto durante le processioni dei canonici di San Lorenzo che percorrevano la strada fino a Comano.

Toponomastica ticinese
RSI Notrehistoire 14.02.1998, 16:26
Melide
Melide, località situata sulle rive del lago, trae il suo nome da melì o milì. Nonostante a lungo si sia ipotizzato che il nome derivasse dal latino “meletum”, ovvero un podere di meli, l’area non sembra aver mai avuto una grande coltivazione di mele e, inoltre, nei diversi dialetti lombardi la mela viene chiamata poma. Tuttavia, il nome potrebbe essere legato a una tradizione locale o a una caratteristica del paesaggio che ha stimolato questa associazione.
Un’altra ipotesi sull’etimologia del toponimo “Melide” ne farebbe risalire l’origine a un insediamento di epoca romana in cui, col termine “militiae”, si alludeva alla presenza di milizie sul territorio.
Tesserete
Un curioso toponimo che merita attenzione è Tesserete, il cui nome deriva dal verbo dialettale tesseré, che si riferisce al ruolo di tesserario. Il tesserario era colui che aveva il compito di annotare i diritti di pascolo o altre prerogative legate alla terra. Il termine latino *tessera*, che indicava una tavoletta su cui venivano incisi tali diritti, è all’origine del nome. Tesserete, dunque, può essere inteso come il “luogo dove si annotavano i diritti”, segno di un’organizzazione sociale ben strutturata già in epoca medievale.
Lelgio, come Oggio e diverse altre comunità del Comasco e del Varesotto, come Olgia, Olgiate, Oginate, eccetera, derivano tutte dal longobardo auja, che significa terreno acquoso, verde.
Manno
Il paese situato nella valle del Vedeggio, Manno, deriva da arimannia, cioè un insieme di uomini che portavano le armi, un luogo dunque in cui sostavano i soldati.
Magliaso
Il nome Magliaso deriva probabilmente da Maias o Moias, che indicavano una zona paludosa. Il termine è infatti legato alla parola moia, che significa molle, cedevole. Il territorio di Magliaso è caratterizzato ancora oggi dalla foce del fiume Magliasina, che, a differenza di quanto si pensa, probabilmente ha preso il nome dal paese e non il contrario. In passato, la zona del delta era una regione paludosa, difficile da attraversare soprattutto dopo le piogge, quando l’area tendeva ad allagarsi. Da qui il nome fiumaias, che nel tempo si è abbreviato in maias.
Calonico e Chironico
I toponimi Calonico e Chironico, entrambi situati nella Leventina, sono legati a territori che erano sotto il controllo dei canonici, luoghi quindi soggetti alle decime. Il suffisso -onico è tipico di toponimi associati a territori gestiti da istituzioni religiose e lo stesso fenomeno è visibile in altri luoghi del Ticino, come Bironico e Mondonico (frazione di Agno).
Blenio
In dialetto brégn, è un nome che viene dato alle lande sterpose che si stendono verso Malvaglia, a nord di Biasca. Un’ulteriore conferma che il termine bar- fosse utilizzato per indicare sterpeti e brughiere si ritrova nel toponimo antico “Barerna”, oggi Balerna, riferito agli alvei sassosi della Breggia. La zona a nord di Biasca sarebbe stata allora denominata Barégn, appunto sterpeti, poi accorciata in Brégn e successivamente formalizzata nel nome odierno di Blenio.
Il Repertorio toponomastico ticinese
RSI Notrehistoire 01.11.2001, 11:14
Ogni nome di paese, ogni angolo del Ticino ha qualcosa da raccontarci. A volte, dietro una parola che sembra familiare, si nasconde una storia che ci parla di tempi lontani, di incontri e di trasformazioni. Guardando più da vicino i toponimi, impariamo a vedere e sentire le nostre valli e le nostre città in modo diverso, più profondo, più ricco. Questi nomi non sono solo etichette, ma frammenti di una memoria collettiva che ci collega al nostro passato, alle radici delle generazioni che ci hanno preceduti. E ogni volta che ci fermiamo a riflettere su un nome, che sia legato a un bosco, a un soldato o a un paesaggio paludoso, ci prendiamo un momento per ricordare che il territorio in cui viviamo è stato vissuto e segnato da tante storie prima della nostra.
Dopotutto, conoscere l’origine di un nome non è solo un esercizio intellettuale, ma un modo per ritrovare un pezzo di noi stessi, per sentirci parte di un racconto più grande, che ci collega alla nostra terra e alla nostra storia. E chissà, magari il prossimo toponimo che incontreremo ci riserverà una nuova e sorprendente scoperta.

Toponomastica, che passione!
Voci del Grigioni italiano 21.09.2018, 19:10
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