Contenitori, incarti e pellicole: la plastica è diventata uno dei materiali più usati anche in ambito alimentare, ma è davvero sempre sicura? Innanzitutto, è utile sapere che non esiste un solo tipo di plastica, ma diverse materie plastiche che hanno caratteristiche e modalità di impiego diverse. Per verificare che una plastica sia sicura bisogna quindi saperla riconoscere. Le plastiche alimentari, infatti, devono sempre essere marchiate e riconoscibili con sigle e nomi, tuttavia, in genere, queste sono poco note ai consumatori.
Cari imballaggi
Tempi moderni 14.05.2021, 22:25
Le plastiche che entrano a contatto diretto con gli alimenti devono superare specifici test che ne garantiscano idoneità e sicurezza. Alcune materie plastiche rimangono oggetto di ricerche per valutarne rischi e possibili tossicità.
Quando abbiamo tra le mani una confezione, una pellicola o un contenitore di plastica che è - o sarà- a contatto con cibi e bevande, è importante esaminare il simbolo che identifica il materiale plastico utilizzato. I simboli ci aiutano a capire non solo se quella plastica sia idonea a stare a contatto con degli alimenti, ma anche in che modalità. Infatti, certi tipi di plastica, se usati in modo scorretto, possono rilasciare sostanze indesiderate.
Si fa presto a dire plastica
Il primo simbolo da controllare è quello del bicchiere e della forchetta, questo ci dice che il materiale è adatto per l’uso alimentare. Spesso è accompagnato da ulteriori indicazioni d’uso, ad esempio la compatibilità con il microonde o la lavastoviglie.
Tutti i tipi di plastica, poi, riportano un simbolo triangolare – composto da tre frecce sottili – e da un numero o una sigla che indicano la categoria di cui fanno parte e quindi le caratteristiche di quel prodotto o imballaggio.
I simboli triangolari sono anche detti codici di riciclaggio, nonostante il nome, però, non indicano l’effettiva esistenza di un sistema di riciclaggio e di raccolta per quel tipo di materiale.
Riconoscere i tipi di plastica
PET o PETE, 1
Polietilene tereftalato: è utilizzato principalmente per bottiglie e recipienti trasparenti. È sicuro per uso alimentare, ma non va riscaldato (il riscaldamento ne favorisce la degradazione). I materiali in PET sono pensati come contenitori monouso, il riutilizzo è da evitare.
HDPE, 2
Polietilene ad alta densità: è impiegato spesso per produrre prodotti non trasparenti come bottiglie di latte e succhi, tappi, vasetti di yogurt. È considerato sicuro e con bassa probabilità di rilascio di sostanze chimiche. Resiste abbastanza bene ai cibi caldi.
PVC, 3
Polivinilcloruro: è meno indicato per gli alimenti a causa del potenziale rilascio di ftalati. Può venire usato nelle pellicole trasparenti per avvolgere i cibi, ma la sua presenza è sempre più rara. Andrebbe evitato.
Gli ftalati sono sostanze che servono ad ammorbidire le plastiche nel PVC. Sono dannose per l’organismo e costituiscono degli interferenti endocrini. Possono migrare nei cibi, specialmente in quelli più ricchi di grassi.
LDPE, 4
Polietilene a bassa densità: viene utilizzato nei sacchetti per congelare, nelle pellicole e nei guanti monouso. È sicuro per uso alimentare, ma non è adatto ad alte temperature e al riutilizzo per lungo tempo.
PP, 5
Polipropilene: è comune nei contenitori per alimenti, nelle vaschette con coperchio, nei cibi surgelati, nei bicchierini per il caffè e nelle stoviglie riutilizzabili. Resiste al calore ed è generalmente sicuro.
PS, 6
Polistirolo: in versione soffiata viene usato per produrre vaschette di cibi crudi o cotti, contenitori per cibi da asporto. Contiene stirene, un idrocarburo aromatico che può interferire sul sistema endocrino. La nocività del polistirolo non è unanimemente riconosciuta, non può essere considerato una plastica per alimenti del tutto sicura.
Altre, 7
Con il numero 7 sono indicate varie plastiche e anche i prodotti realizzati con la combinazione di più elementi (carta-plastica, plastica-alluminio): come le lattine dei cibi in scatola, la carta per confezionare salumi e formaggi. Alcune possono essere potenzialmente pericolose e rilasciare sostanze nocive come il bisfenolo A e la formaldeide. Non devono mai essere scaldate o entrare a contatto con cibi molto caldi.
Il bisfenolo A (BPA) è presente in molte plastiche del gruppo 7, è un indurente, è fra gli interferenti endocrini più pericolosi. In Svizzera, le autorità considerano che il BPA non rappresenti alcun rischio per i consumatori. Tuttavia, sviluppi scientifici e normativi in questo settore vengono osservati attentamente. Nel nostro Paese sono state prese diverse misure per ridurre l’esposizione al BPA: nei biberon in policarbonati è vietato dal 2017 e BPA e BPS sono vietati nelle carte termiche dalla fine del 2020. In Europa dal 20 gennaio 2025 è vietato l’uso di BPA nei materiali a contatto con gli alimenti.
Bisfenolo A
Setteventi 15.09.2023, 07:20
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Consigli pratici
Nella vita quotidiana moderna è molto difficile evitare completamente di esporsi a queste sostanze, si possono, però, seguire alcuni accorgimenti.
Non riscaldare alimenti in contenitori non adatti al microonde
Evitare di esporre la plastica a fonti di forte calore (lavastoviglie, forno, microonde).
Non inserire cibi caldi nei recipienti di plastica.
Non riutilizzare troppo a lungo bottiglie e contenitori in plastica vecchi , graffiati e usurati.
Lavare i recipienti in plastica con spugne non abrasive.
Controllare che le pellicole trasparenti siano senza PVC e ftalati, e non utilizzarle a contatto con cibi molto grassi.
Provare a limitare l’uso della plastica sostituendola con vetro, acciaio inox o altri materiali sicuri.
Contenitori, cibo e microplastiche
Fresco di Zona 13.01.2025, 12:05
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