Quello di delineare le origini di una specialità culinaria pensando che ci sia un unico punto di partenza in cui, come per magia, prende forma una creazione, è un gioco, spesso condito da storielle e leggende pittoresche – per lo più amorose – che ne romanzano il racconto. Per cercare l’identità di un cibo, infatti, bisogna partire dal presupposto che le sue radici sono il risultato di una storia fatta di mescolanze, incontri di culture e unione di saperi. Partendo da questo assunto, però, nulla ci vieta di raccontare qualche curiosità legata a quattro specialità che, forse, non pensavi affondassero le radici nel nostro Paese...
Meringa da Meiringen
Le origini della meringa non sono certe, ma secondo le teorie più accreditate questo famoso dolce ha origine in Svizzera, nel Comune dell’Oberland Bernese Meiringen, dal quale la dolce nuvola prenderebbe il suo nome. Proprio qui, alla fine dei Seicento, in un piccolo laboratorio di un pasticcere italiano di nome Gasparini – o Casparini – nasce la famosa specialità a base di albume d'uovo e zucchero: leggenda vuole che il pasticcere italiano l’avesse preparata per conquistare il cuore della principessa Maria (promessa sposa di Luigi XV). La sua dolce invenzione si diffuse rapidamente in tutta Europa diventando un vero e proprio patrimonio culinario. Anche la regina Maria Antonietta aveva una passione per le meringhe e si dilettava a produrle in prima persona.
Meringa da Meiringen
Esistono tre tipi di meringa: quella francese, delicata e friabile; quella italiana che si può mangiare anche "cruda" perché nella sua preparazione il calore dello sciroppo di zucchero pastorizza le uova; e quella svizzera che è molto stabile grazie al fatto che albumi e zucchero mentre sono montati vengono scaldati.
Cordon bleu, un'idea da premiare
Il cordon bleu è un secondo di carne conosciuto in tutto il mondo e il suo nome potrebbe far pensare che arrivi dalla Francia. Questo iconico piatto pare, invece, sia stato inventato nel Canton Vallese. La sua nascita risale al 1818 quando il Vallese, dopo il passaggio di Napoleone, si era reso da qualche anno indipendente. Qui, la cuoca di un ristorante a Briga, un giorno aveva preparato un arrosto da servire a una tavolata di ospiti, a questi però si aggiunse inaspettatamente un altro numeroso gruppo di clienti; la cuoca si trovò così a dover sfamare una quantità di persone che non aveva calcolato, decise, quindi, di tagliare a fette molto sottili l’arrosto che aveva a disposizione e di farcirlo con formaggio e prosciutto cotto. Il piatto riscosse un grande successo e fu talmente apprezzato che il proprietario del ristorante avrebbe voluto premiarla con il conferimento del “Cordon bleu”, un’onorificenza creata dal re francese Enrico III. La cuoca rifiutò il riconoscimento ma propose che il nome del premio venisse dato alla sua invenzione culinaria.
Riso Casimiro: l'Oriente a Zurigo
Il Riso Casimiro si trova nel menù di moltissimi ristoranti, soprattutto della Svizzera tedesca, eppure trovare una pietanza a base di riso, carne, frutta e curry tra le specialità svizzere è davvero bizzarro. Questo piatto dai sentori esotici è stato ideato proprio in Svizzera, a Zurigo. Nel 1948 Ueli Prager aprì il primo ristorante Mövenpick nel Claridenhof, un palazzo di uffici a Zurigo. L'idea di Prager era di offrire nel suo ristorante dei piatti unici completi al posto di complicati menu a più portate che si usavano a quel tempo.
Sfruttando la voglia di viaggiare della gente e il fascino che la gente aveva per l'Oriente, nel 1952 Prager introdusse un nuovo piatto a base di riso, curry di vitello e frutta esotica, ispirato all’india e al Kashmir, da qui il nome Casimir. La pietanza riscosse un tale successo da entrare a far parte in maniera stabile nei menù svizzeri.
Riso Casimiro un piatto svizzero dai sapori orientali
Assenzio: la “fata verde” contesa da Svizzera e Francia
L’assenzio nasce in Val-de-Travers da un'invenzione di un medico francese, Pierre Ordinaire, che alla fine del Settecento si trasferì a Couvet. Qui, grazie ai suoi esperimenti con le erbe officinali locali, diede vita al famoso distillato. Il liquore divenne un famoso toccasana e gli fu attribuito l'iconico soprannome di Fée Verte (Fata Verde). La distilleria di Henri-Louis Pernod, in Val-de-Travers, fu la prima a produrre assenzio e nel corso degli anni trasferì la produzione in Francia a Pontarlier.
Assenzio la fata verde della Val-de-Travers
Nell'Ottocento nacquero molte distillerie di assenzio tra Francia e Svizzera e il distillato verde si diffuse velocemente in tutte le classi sociali e negli ambienti artistici, diventando simbolo dello stile di vita bohémien. Nel 1910 venne proibito perché ritenuto pericoloso per la salute e per quasi un secolo fu venduto sottobanco fino ad arrivare al 2005 quando fu legalizzato. Ancora oggi
Francia e Svizzera si contendono i natali di questo prodotto, tanto che la Val-de-Travers ne ha chiesto il riconoscimento come Igp all’Europa ma la Francia ha ricorso, bloccando l’iter.
Fonti:
patrimoineculinaire.ch