Negli ultimi anni, il rapporto tra scienza e società è cambiato in maniera importante. In particolare, durante la crisi legata alla pandemia di COVID-19 del 2020, evento che ha limitato la possibilità di svolgere ricerche sul campo. Quella situazione - difficile e indesiderata - ha fornito l’opportunità a molte persone in lockdown di cimentarsi in progetti di ricerca in remoto, mettendo in risalto l’importanza della cosiddetta citizen science. Anche chiamata scienza dei cittadini, scienza partecipativa o scienza collaborativa, è una modalità di fare ricerca che coinvolge il grande pubblico e quindi persone non necessariamente formate in ambito scientifico. Si tratta di un metodo sempre più diffuso, che fornisce un valido supporto in molti settori delle scienze naturali, ma non solo. Esempi di successo di questa pratica sono il progetto “Uccelli d’inverno” proposto negli scorsi giorni da BirdLife Svizzera, il monitoraggio del riccio avviato da Pro Natura Ticino e dall’Associazione amici del riccio, così come lo studio della qualità del suolo grazie alle mutande, promosso da Agroscope.
Il test mutande
Servizi 22.05.2022, 18:00
In questo approccio, il grande pubblico può essere coinvolto a vari livelli. Le cittadine e i cittadini hanno infatti la possibilità di interagire in diverse fasi della ricerca: dallo sviluppo dell’idea, alla raccolta dei dati, fino all’analisi e alla divulgazione dei risultati. Come altri metodi partecipativi in ambito scientifico, anche la citizen science mira a rinforzare il ponte tra la scienza e la società e tratta spesso problemi sociali ed ambientali concreti.
Gli uccelli... non vanno in letargo
Il Quotidiano 12.01.2025, 19:00
La scienza collaborativa fornisce benefici importanti su più fronti. Per la ricerca, offre conoscenze ed esperienze altrimenti non disponibili, permettendo di raccogliere e analizzare dati su vasta scala, portando a risultati più solidi. Il coinvolgimento attivo della popolazione consente anche di condividere diversi punti di vista, che possono rivelarsi preziosi per le ricercatrici e i ricercatori. I partecipanti, dal canto loro, beneficiano del valore aggiunto di vivere la scienza e al contempo di informarsi. Chi partecipa a un progetto di citizen science a tema ambientale può ad esempio auto sensibilizzarsi, ridurre il proprio impatto ambientale e, a sua volta, sensibilizzare altre persone sullo stesso tema.
Ma questa pratica ha sollevato alcune perplessità nella comunità scientifica, soprattutto per quanto riguarda l’attendibilità. Alcuni autori sostengono che persone non formate in ambiti scientifici potrebbero raccogliere o elaborare i dati in modo poco rigoroso. Per evitare che ciò accada, è quindi fondamentale che i cittadini siano ben informati e formati sullo svolgimento del lavoro e sul loro ruolo.
In Svizzera i progetti di scienza partecipativa sono piuttosto numerosi: esistono varie istituzioni, enti e associazioni - con diverse storie, missioni e obiettivi - che a livello regionale e nazionale promuovono ricerche e indicano la via per far sì che altri studi di questo tipo vedano la luce. Una panoramica dei progetti attualmente in corso in Svizzera può essere consultata qui.
La campagna” Riccio, dove sei?”, promossa da Pro Natura Ticino e dall’Associazione amici del riccio, permette a chiunque di segnalare l’avvistamento di un riccio e contribuire attivamente al monitoraggio di questa specie protetta
In Svizzera, la Fondazione Science et Cité è attiva da 25 anni nella promozione del dialogo tra la scienza e la società. La Fondazione ha la sua antenna regionale ticinese presso l’Ideatorio, una bella realtà in cui i visitatori possono incontrare la scienza e i suoi protagonisti grazie ad esposizioni interattive, laboratori e conferenze, e che da anni promuove la creazione di parlamenti di studenti o dibattiti tra i cittadini che permettono il confronto su tematiche d’attualità.