Cinque collaboratori di una filiale di una nota catena di distribuzione sono finiti sotto inchiesta nel canton Argovia perché sospettati di aver cambiato le etichette a prodotti che avevano superato la data di vendita. Ma non solo. La truffa interesserebbe anche la vendita di carne prodotta convenzionalmente spacciata per bio, ha spiegato il capo della polizia criminale, Markus Gisin, durante una conferenza stampa.
In tutto sarebbero stati individuati 3’920 casi di falsificazione di documenti e di infrazioni alla legge sulle derrate alimentari. Ogni settimana, nell’arco degli ultimi 5 anni, le persone inquisite avrebbero cambiato le etichette a 3-4 chilogrammi di carne.
Il procedimento penale, secondo quanto precisato all'ATS, è partito da una denuncia. L'inchiesta si trova in una fase avanzata e gli inquirenti devono ancora eseguire gli interrogatori finali.
ATS/Diem
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Patti Chiari si è occupata di casi analoghi in Svizzera e in Ticino a tre riprese a cavallo tra 2011 e 2012