Un terzo di alcune verdure e spezie che provengono dall'Asia contiene un tenore di pesticidi superiore a quanto previsto dalle norme. Risulta dai controlli effettuati alle frontiere tra il 2012 e il 2015 dall'Ufficio federale della sicurezza alimentare e veterinaria in collaborazione con Amministrazione delle dogane e autorità cantonali.
A presentare i tassi più elevati erano derrate provenienti da Vietnam e Cambogia e tra i prodotti, i meno rispettosi del limiti erano cipolline primavera (nel 57% dei casi), erbette fresche (39%), spinaci e simili (39%), cavoli cinesi (37%) e peperoni e peperoncini (34%).
Per ovviare, è stata adottata una serie di misure. Ad esempio, d'ora in poi gli importatori i cui articoli sono stati ripetutamente oggetto di contestazione dovranno notificarne l'arrivo in modo da poter sottoporre la merce ad analisi; spetterà loro, inoltre, rafforzare l'autocontrollo.
ATS/dg