Dall'inzio della crisi economica del 2008 gli stati membri dell'UE e la commissione europea hanno preso 200 provvedimenti che sono risultati dannosi per gli interessi commerciali della Svizzera. Altre 37 disposizioni sono invece state favorevoli. È quanto risulta da uno studio dell'Università di San Gallo.
Durante la crisi i governi degli stati dell'UE hanno preso misure d'aiuto mirate per sostenere rami economici o società in difficoltà nei loro paesi. E non si è trattato solo di salvaguardare posti di lavoro, ma anche di favorire le ditte indigene rispetto alle estere, sottolinea lo studio condotto dal professor Simon Evenett, esperto di commercio internazionale e sviluppo economico.
In 141 casi i singoli stati sono intervenuti per salvare dal fallimento società che erano in competizione con esportatori svizzeri. Nell'ottobre scorso erano ancora in vigore 151 dei 200 interventi sfavorevoli alla Svizzera e 23 di quelli convenienti.
ats/joe.p.