Consumi

Cura dimagrante nell’edilizia

Il direttore della SSIC: s’impongono interventi - Si ipotizza il taglio del 10-15% degli impieghi

  • 26 marzo 2016, 18:51
  • 1 settembre 2023, 17:23
In questo periodo nelle imprese servono doti da equilibrista

In questo periodo nelle imprese servono doti da equilibrista

  • Keystone

L’edilizia ticinese forse non è ancora in crisi, ma per far fronte alle difficoltà manifestate dal settore nel corso dell’ultima parte del 2015 sarà necessario intervenire sulla struttura delle imprese riducendo il numero dei dipendenti. Attualmente le ditte del ramo della costruzione garantiscono 8'000 impieghi che, se non dovessero arrivare nuovi investimenti consistenti in particolare da parte degli enti pubblici, nel prossimo futuro potrebbero ridursi del 10-15%. Una percentuale che equivale a 800-1'200 posti di lavoro.

A sostenerlo ai microfoni della RSI è il direttore della Società impresari costruttori (SSIC) Nicola Bagnovini. “Il livello di occupazione della manodopera non è più al completo, così come quello delle macchine; quindi le imprese dovranno fare una riflessione anche in questo senso” rileva senza escludere che nei prossimi tempi vi potrebbero essere licenziamenti a causa dell’importante calo degli affari registrato soprattutto nell’edilizia abitativa. Una frenata repentina dovuta un po’ al blocco delle residenze secondarie, un po’ al fatto che negli ultimi anni si è costruito molto e ci sono segnali che ormai la domanda di abitazioni da acquistare e da affittare non segue più l’offerta.

I segnali di arretramento sono stati evidenziati di recente dai dati diffusi dall'ufficio di statistica sull'andamento dell'economia ticinese nel IV trimestre del 2015. Il clima mite degli ultimi mesi ha permesso di lavorare sui cantieri fino ad inverno inoltrato riducendo la disoccupazione ma pure le riserve di lavoro per la primavera. Inoltre, dopo anni di forte congiuntura nella costruzione, a fine 2015 c'è stato un calo (definito "repentino" dagli addetti ai lavori) delle entrate di nuove ordinazioni. La situazione - rilevata anche dal monitoraggio congiuturale dell'USTAT che parla di stagnazione e di segnali di arretramento - spinge le ditte alla guerra dei prezzi per conquistare nuovi appalti, con una forte pressione sulla concorrenza interna e estera. Le previsioni per i prossimi mesi non lasciano presagire un cambiamento di tendenza anche se gli operatori suggeriscono di attendere la seconda metà dell'anno per una visione più solida.

Diem/CSI


Dalla radio

  • CSI 18.00 del 26.03.16: Nicola Bagnovini intervistato da Francesca Torrani

    RSI Info 26.03.2016, 18:23

  • CSI 18.00 del 26.03.16: il servizio di Christian Gilardoni

    RSI Info 26.03.2016, 18:21

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