Delle grandi centrali solari che galleggiano sugli oceani che producono metanolo sufficiente a coprire il fabbisogno del traffico merci globali, con un impatto neutrale sulle emissioni di CO2. Utopia? Non per un team di ricercatori svizzeri e norvegesi.
La loro visione (illustrata su PNAS): costruire sugli oceani immense isole ricoperte di pannelli solari. Con l’energia fotovoltaica e l’anidride carbonica estratta dalle acque del mare, su queste piattaforme galleggianti si potrebbe poi produrre del metanolo, da impiegare per la mobilità del futuro, come spiega Andreas Borgschultes dell’EMPA, uno dei curatori dello studio: “L’idea è quella di sostituire i carburanti fossili con del metanolo, un combustibile facile da produrre e neutrale per quanto riguarda le emissioni di CO2, così da poter contribuire alla lotta contro i cambiamenti climatici.”
“Il metanolo – continua l’esperto del Laboratorio federale di prova dei materiali e di ricerca – è compatibile con l’attuale infrastruttura che punta purtroppo ancora sull’energia fossile. Abbiamo calcolato che per produrre la quantità necessaria al trasporto di merci a livello globale, bisognerebbe creare 170'000 centrali galleggianti dal costo di 80 milioni di dollari l’una; ricoprirebbero 550'000 metri quadrati di mare”. Trovare le superfici adeguate è la sfida maggiore: “Le piattaforme – spiega il ricercatore – vanno infatti ancorate sui fondali e non possono essere certo piazzate laddove ci sono maremoti o uragani.”
Per affrontare l’emergenza climatica però non basta, conclude Borgschultes, mettere i pannelli solari sui tetti delle case, occorre invece “osare e pensare a soluzioni che oggi appaiono ancora utopiche”. Proprio come quella proposta dal suo team.