Dopo la sbornia di Coen iniziale, primi titoli del Concorso al Festival di Berlino.
Il marchio dei fratelli Dardenne
Si avverte non solo dopo aver letto nei titoli di testa i loro nomi in qualità di produttori, ma anche dalle prime immagini di Hedi: una camera a mano che segue da vicino il protagonista. Ma siamo distanti dalla realtà europea cara ai due autori belgi perché il regista Mohamed Ben Attia, esordiente nel lungometraggio, racconta la sua Tunisia attraverso le vicende di un uomo (interpretato dal talentuoso Majd Mastoura, che come imperturbabilità e aspetto ricorda un giovane John Cusack) che si lascia vivere seguendo i progetti della madre e della cultura araba in cui è immerso: fa un lavoro che non gli piace mentre sogna di dedicarsi alla sua passione per il disegno di fumetti, sta per sposare una donna che non ama, lascia gestire persino il suo conto in banca dalla matriarca.
Un giorno incontra una ragazza, si innamora!
Ed è la prima volta. Capisce quello che vorrebbe per il suo futuro. Una storia d’amore e di crescita personale potente, raccontata con grande sensibilità fin nei dettagli (persino nella fisicità delle due donne: eterea e sottile la promessa sposa, sensuale e formosa l’amante) che svela domande importanti. Quale è la vera libertà? Quanto la società e la famiglia condizionano la vita di ciascuno?
Sempre di amore si parla, ma di quello matrimoniale
E sempre dal punto di vista maschile, in
Boris sans Béatrice del canadese
Denis Côté (già premiato al Festival di Locarno e a Berlino). Qui il protagonis
Decidere o subire?ta (la star canadese
James Hyndman) si trova a dover affrontare l'improvvisa e profonda depressione della moglie.
James Hindman in Boris sans Béatrice
Uomo d’affari di successo troppo sicuro di sé, deve mettere in discussione il proprio stile di vita egocentrico fatto di amanti, di arroganza verso il prossimo, di poco interesse persino nei confronti della propria famiglia. Un tema interessante e attuale purtroppo affrontato con altrettanta arroganza intellettualistica: la presenza (immaginifica?) di uno strambo personaggio circense che sembra sapere tutto della coppia, i coinquilini gay della figlia rappresentati come una macchietta, continui riferimenti ai miti e alla tragedia greca.
Francesca Felletti
Finestra aperta, Marco Zucchi su Jeff Nichol e Denis Coté (Rete Due, 12.2.16)
RSI Info 13.02.2016, 01:03