Peter Greenaway tra metà anni '80 e inizio anni '90 è stato sicuramente uno dei registi più innovativi e originali della scena internazionale. Il suo cinema ridondante, pieno di citazioni colte, barocco e composito nelle immagini, entusiasticamente sperimentale nei confronti dell'allora nascente tecnologia digitale, ha trovato tanto riscontro tra i cinefili in cerca di fantasia visionaria. Tanto che titoli come Il mistero dei giardini di Compton House, Lo zoo di Venere, Il ventre dell'architetto, Giochi nell'acqua, Il cuoco il ladro sua moglie e l'amante, ma anche L'ultima tempesta e Il bambino di Macon sono diventati di culto.
Poi il regista britannico si è un po' appannato ed è uscito dalle rotte di un cinema comprensibilmente narrativo per andare sempre più a pescare nel suo gusto pittorico, verso un citazionismo compulsivo che progressivamente lo ha trasformato in uno stimato ma non per forza amato outsider culturale.
Negli ultimi anni Greenaway nella Svizzera italiana ha fatto parlare di sé perché è venuto più volte ospite di iniziative che gravitavano intorno al Rivellino di Locarno. Con toni polemici nei confronti del Festival del Film, reo a dire di qualcuno e dello stesso Greenaway di non averlo invitato a partecipare alla manifestazione.
La questione è risultata a tratti un po' grottesca, nella misura in cui pare sacrosanto che un festival internazionale le sue traiettorie e i suoi percorsi di visione se li disegni in autonomia, senza dover mettere la testa nella buca di chissà quali arguti suggeritori. Fatto sta che due anni fa il regista sul Verbano ci è arrivato lo stesso, in pieno agosto, con uno scampolo del suo nascente film su Ejzenstejn. Però era al Cinema Otello di Ascona e ad assistere c'era una sparutissima clac di aficionados, mentre a pochi metri la rassegna pardata proseguiva placida il suo tran tran.
Poi l'anno scorso Eisenstein in Guanajuato è passato alla Berlinale, ritrovando parzialmente lo smalto perduto. Ora arriva l'annuncio del festival romando Visions du Réel, che ospiterà Greenaway come "maestro del reale" a cui tributare omaggio. Cineasta dell'eccesso, come viene definito nel comunicato, sarà onorato il 18 aprile. Nell'occasione verrà mostrato proprio il suo film più recente, dedicato a una fantasmagoria buffa e sessualmente promiscua incentrata sul periodo messicano del regista del celeberrimo La corazzata Potemkin.
MZ