Cultura e spettacoli

Per i guanti bianchi non c'era tempo

Salvato a Bondo, con un’azione improvvisata, il lascito di Willy Guggenheim, alias Varlin

  • 13 ottobre 2017, 19:10
  • 23 novembre, 03:58
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L'intervista di Nicola Zala a Patrizia Guggenheim, figlia di Varlin

RSI Info 13.10.2017, 18:26

Patrizia Guggenheim, la figlia di Varlin, non era a casa quel 23 agosto. Udito della frana si è però precipitata in Bregaglia. “È stato uno schock, ero come paralizzata”. Ma poi le tante, tantissime telefonate. Amici che la chiamavano dal Ticino, da Milano e New York. Tutti con un accorato appello. “Le opere sono tue, ma sono anche un patrimonio culturale. Ti preghiamo, salvale”.

Il trasporto non è stato facilissimo. Tre tele di grandi dimensioni (2 metri e mezzo di altezza e 5 di lunghezza) si trovavano nella zona rossa, quella pericolosa.

Tobias Eichelberg, marito di Patrizia Guggenheim, ricorda tutti i particolari di quei giorni di fine agosto. “In alcuni punti abbiamo sfiorato le grondaie. Attraversare le strette vie del paese, poi, non è stato facile. Ma ce l’abbiamo fatta.” Chiudendo però un occhio sui normali standard di trasporto. “Non c’era tempo per indossare i guanti bianchi e nemmeno per imballare i quadri prima di spostarli.”

Grazie al sostegno del Dipartimento della cultura e ambiente del Canton Grigioni e all’aiuto sul posto di polizia, protezione civile e della ditta specializzata in trasporti d’arte, tutte le opere di Varlin hanno potuto essere salvate.

Se un giorno faranno ritorno a Bondo, ancora non si sa. Tutto dipenderà dalla messa in sicurezza dell’intero paese.

Nicola Zala


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Il salvataggio dei Varlin

Il Quotidiano 13.10.2017, 19:00

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