I premi del cinema svizzero 2014 assegnati a Zurigo hanno un dominatore, peraltro ampiamente previsto dato che partiva con ben sette nomination: è “Der Goalie bin ig” (“In porta c’ero io”) della regista argoviese Sabine Boss.
Si può dire che il malinconico portiere protagonista abbia segnato quattro reti, perché vince i “quartz” nelle categorie miglior film, miglior attore (Marcus Signer), migliore sceneggiatura e migliore musica. Il documentario dell’anno è invece “Vaters Garten – Die Liebe meiner Eltern” di Peter Liechti, che riceve anche il premio per il miglior montaggio.
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Tre statuette vanno alla rivelazione dell’edizione, il romando “Left Foot Right Foot” di Germinal Roaux, che vince per il miglior attore non protagonista (Dimitri Stapfer), la fotografia e i costumi (premio speciale dell’Accademia). Non è andato bene invece alle coproduzioni RSI: cinque nomination e nessun premio. In particolare l’animazione “Vigia” di Marcel Barelli, che godeva di grande stima, è stata battuta da “Der Kiosk”, cortometraggio altrettanto poetico realizzato da Anete Melece e prodotto dalla Hochschule di Lucerna. Da registrare però il premio alla migliore attrice, che va alla poschiavina di origine Ursina Lardi per il suo ruolo nel film “Traumland” di Petra Volpe.
Marco Zucchi
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