Dopo la polemica sull’obbligatorietà dei tacchi sul red carpet della Croisette sono sempre le attrici (e i loro piedi) ad essere ancora di più nel mirino dei fotografi. Fra le tante che sono passate in questi giorni sul grande schermo del Grand Théâtre Lumière, sono in molte ad avere lasciato un segno.
Fra le francesi impossibile non iniziare dalle “storiche” Catherine Deneuve, magistrato ne La Tête haute che ha aperto il Festival (fuori concorso), e Isabelle Huppert che quest’anno ha recitato in tre film (Louder than Bombs e lo sconsolante The Valley of Love in concorso, Asphalte fuori competizione). Belle, brave, due icone. E c’è Emanuelle Bercot che, oltre ad avere diretto il film di apertura, ha prestato il suo volto spigoloso ed espressivo alla protagonista di Mon Roi.
Cate Blanchett, algida e raffinata, e
Rooney Mara, tenera e giovane, brillano al centro di
Carol di Todd Haynes. Ma il riconoscimento alla migliore attrice lo meritano, fin qui, le più lontane da Hollywood:
Kalieaswari Srinivasan nei panni di un’emigrata dallo Sri Lanka in Francia a causa della guerra civile in
Dheepan di Jacques Audiard; e tutte e tre
le sorelle giapponesi, piene di grazia e spontaneità, di
Our Little Sister di Hirokazu Kore-eda.
Attrici sugli scudi: la gallery
Una presenza che si fa sentire nell’assenza è quella della Winehouse che nel documentario Amy (fuori concorso) ha commosso ed emozionato il pubblico.
Francesca Felletti
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