Testimonianza

“Ascoltavo 1’300 registrazioni di Siri al giorno”

Thomas le Bonniec, ex dipendente di un subappaltatore di Apple, afferma di aver ascoltato 46’000 registrazioni fatte dall’assistente vocale, anche all’insaputa degli utenti

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L'azienda statunitense è stata accusata di aver venduto le informazioni raccolte a terzi

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Di: Didier Bonvin, Linda Bourget (RTS)/sf 

La Lega francese per la difesa dei diritti dell’uomo e del cittadino accusa Apple di violazione della privacy attraverso registrazioni non consensuali e trattamento illecito dei dati personali. Ha sporto una denuncia in Francia il mese scorso, basata in gran parte sulla testimonianza di Thomas Le Bonniec, ex dipendente di Global Technical Service, un subappaltatore di Apple attivo in Irlanda.

“Il mio lavoro consisteva nell’ascoltare 1’300 registrazioni al giorno e correggere la trascrizione che ne veniva fatta”, spiega l’informatore ai microfoni della RTS.

Siri vi ascolta (A bon entendeur, RTS, 18.03.2025)

Nelle registrazioni dell’assistente vocale Siri, racconta di aver sentito “cose estremamente intime, dati di natura sensibile. Sentivo molti bambini quando lavoravo sugli iPad”. Anche informazioni mediche e politiche: “Ho sentito qualcuno parlare della sua sclerosi multipla, qualcuno che parlava di un aborto spontaneo. Di appartenenza sindacale, di preferenze politiche”. Afferma di aver ascoltato circa 46’000 registrazioni, per la maggior parte della durata media di 15-30 secondi.

“Diversi milioni di registrazioni”

I fatti risalgono al 2019. Prima di lasciare il lavoro, Le Bonniec ha salvato diverse schermate che documentano le attività che oggi denuncia: un sistema di ascolto su larga scala che definisce distopico. “Ci sono le prove che si tratta di diversi milioni di registrazioni che riguardano utenti in diversi Paesi, almeno una decina”.

Apple, da parte sua, ha annunciato cambiamenti nel funzionamento di Siri nell’agosto 2019. “Di fronte alle preoccupazioni degli utenti, abbiamo immediatamente sospeso la valutazione umana delle richieste inviate a Siri”, scriveva allora l’azienda.

“Prima di sospendere il programma di valutazione, avevamo sviluppato una procedura che consisteva nel rivedere un campione minimo delle registrazioni audio delle richieste inviate a Siri, meno dello 0,2%, con le loro trascrizioni. Questo ci permetteva di valutare la qualità della risposta di Siri e di migliorarne la precisione”. Da allora, gli utenti possono scegliere se partecipare o meno “al miglioramento di Siri dando accesso a campioni audio delle loro richieste”.

In questo contesto, la RTS ha appreso che conversazioni svizzere erano oggetto di questi operazioni di ascolto, avendo Apple assunto romandi e svizzerotedeschi per svolgere questo compito.

95 milioni per un accordo negli Stati Uniti

Negli Stati Uniti, una class action risalente al 2019 accusava anche Apple di aver registrato conversazioni tramite Siri all’insaputa degli utenti. I consumatori rimproveravano anche al gigante informatico di aver trasmesso queste informazioni a terzi. Accuse respinte dall’azienda, che ha tuttavia accettato di versare 95 milioni di dollari di indennizzo per porre fine a questa procedura giudiziaria.

Queste aziende si comportano come se fossero al di sopra della legge.
E questo dà idee ai politici

Thomas le Bonniec

Per Thomas Le Bonniec, queste pratiche comportano rischi, al di là delle pratiche commerciali: “Queste aziende si comportano come se fossero al di sopra della legge. E questo dà idee a uomini politici [...] che cercano di permettere alla polizia di attivare a distanza gli smartphone di persone che sarebbero coinvolte in affari di narcotraffico inizialmente, ma si estenderà a ogni sorta di cosa”.

E conclude: “Quando le aziende private si comportano in questo modo, i governi, compresi quelli cosiddetti democratici, possono essere incoraggiati a comportarsi in modo sempre più autoritario e illiberale”.

14:36

Alexa perde le opzioni di privacy, ma ci sono alternative

RSI Il Disinformatico 17.03.2025, 17:00

  • Autore: Paolo Attivissimo
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