Reportage

Caccia con l’arco, gli svizzeri vanno all’estero

La Confederazione la vieta per evitare sofferenze inutili agli animali - Gli appassionati, sempre più numerosi, si spostano quindi nei Paesi vicini, come il grigionese Martin Meiler

  • 19 marzo, 06:15
  • 19 marzo, 07:31
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Le possibilità di abbattere un animale con l’arco sono circa dieci volte inferiori rispetto al fucile

  • messa a disposizione di SRF
Di: Matthias Rusch (SRF)/sf 

La passione per il grigionese Martin Meiler è cominciata sei anni fa e da allora non può fare a meno della caccia con l’arco: “Si è molto più vicini agli animali e alla natura. E la caccia è molto più impegnativa, ed è questo che la rende così affascinante”.

In effetti, le possibilità di abbattere un animale con l’arco sono circa dieci volte inferiori rispetto al fucile, dato che le frecce volano meno lontano e meno velocemente. Bisogna quindi avvicinarsi molto di più agli animali e al minimo rumore o cambio di vento, la potenziale preda scappa.

Il fascino della caccia con l’arco (10 vor 10, SRF, 10.03.2025)

In Italia per cacciare con l’arco

Meiler, da Flims, va regolarmente in Italia per cacciare con arco e frecce. La SRF lo ha accompagnato in una battuta di caccia in Piemonte. Negli ultimi sei anni, ha già abbattuto una ventina di animali, tra cui cinghiali, cervi e caprioli.

Anche se questo tipo di caccia è vietato in Svizzera per motivi di protezione degli animali, Meiler è convinto che un animale non soffra più a lungo se la caccia con l’arco viene eseguita in modo pulito.

Una “sofferenza inutile”

L’Ufficio federale dell’ambiente (UFAM) la vede diversamente. Come afferma la portavoce Rebekka Reichlin, è facile mancare il colpo, perché quando si rilascia la freccia, la corda dell’arco fa rumore. Questo può spaventare l’animale e farlo muovere. La freccia non colpisce quindi una zona letale, ma ferisce solo l’animale, e questo “può causare una sofferenza inutile”, afferma Reichlin.

La caccia con arco e frecce sta comunque diventando sempre più popolare. Solo in Nord America ci sono ormai tre milioni di cacciatori che la praticano e anche in Svizzera cresce l’interesse per questo tipo di caccia.

La caccia con l’arco si diffonde

Il grigionese Meiler, ha già accompagnato decine di svizzeri in corsi in Italia negli ultimi anni. “Soprattutto tra i giovani cacciatori si nota un interesse per la caccia con l’arco. Le persone cercano di nuovo l’essenziale e il semplice, allontanandosi dall’eccesso di tecnologia per avvicinarsi alla natura” afferma.

Durante la battuta di caccia in Piemonte, questa volta Meiler non ha avuto fortuna. Tre caprioli sono apparsi in una radura e hanno mangiato il mais sparso. Gli animali erano a una distanza di tiro perfetta di circa 15 metri. Meiler ha mirato con il suo arco, ma in quel momento gli animali si sono spaventati e sono scappati. Forse sono stati disturbati da un rumore o da un movimento del cacciatore.

Il 63enne grigionese la prende con filosofia: “Può succedere durante la caccia. È stata comunque una serata emozionante avere gli animali così vicini”. Anche a mani vuote, il fascino della caccia con l’arco per Meiler rimane intatto. Ha già pianificato la sua prossima battuta di caccia in Piemonte.

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