Intervista

Città più fresche durante le ondate di caldo

Le zone urbane si scaldano di più: come contrastare le isole di calore e rendere le estati meno torride per chi resta in città? Le risposte di un esperto del Politecnico di Zurigo

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Lugano ha vissuto il periodo di caldo più lungo degli ultimi 160 anni, secondo MeteoSvizzera

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Di: Luigi Jorio (swissinfo.ch)

Oltre 40 gradi a Barcellona, 42 a Bucarest e picchi di 43 a Foggia. L’ondata di caldo che tra fine luglio e inizio agosto ha avvolto parte dell’Europa ha spinto le temperature ben oltre i valori medi registrati in passato. La canicola ha colpito anche alcune regioni della Svizzera e Lugano ha vissuto il periodo di caldo più lungo degli ultimi 160 anni, secondo MeteoSvizzera.

Il caldo, e il disagio per chi lo deve sopportare, è particolarmente intenso in città, sottolinea un articolo di swissinfo.ch. L’asfalto e le superfici di calcestruzzo assorbono l’energia solare, si surriscaldano e conservano il calore del giorno. Inoltre, il calore prodotto dai veicoli e dagli impianti industriali, insieme all’assenza di spazi verdi e alla scarsa ventilazione, contribuiscono alla formazione di isole di calore urbane.

Il risultato: in città possono esserci diversi gradi in più rispetto alle zone rurali circostanti. La differenza è più pronunciata di notte, dato che le città si raffreddano più lentamente rispetto alla campagna. Nelle agglomerazioni svizzere la temperatura notturna può essere da 5 a 7 °C più elevata di quella nelle aree rurali adiacenti.

Il caldo estremo non è solo fastidioso. Può anche causare esaurimenti da calore e peggiorare delle patologie preesistenti, come le malattie cardiovascolari. In una giornata di caldo torrido, nelle isole di calore delle città svizzere muore il 26% di persone in più rispetto ad altre aree urbane relativamente più fresche, secondo uno studio recente. Le isole di calore hanno inoltre delle ripercussioni finanziarie: il costo sanitario a esse associato in Europa è paragonabile a quello dell’inquinamento atmosferico.

Purtroppo, non esiste una soluzione miracolo per risolvere il problema del caldo estremo in città, afferma Jan Carmeliet, professore di fisica delle costruzioni al Politecnico federale di Zurigo ed esperto di clima urbano e ondate di calore. “Ci sono però dei modi per contrastarlo”, dice.

SWI swissinfo.ch: Lei lavora a Zurigo, la città più grande della Svizzera. Come affronta il caldo urbano?

Jan Carmeliet: Il mio ufficio si trova in un edificio nuovo con molte superfici vetrate. È rivolto a sud e malgrado dei dispositivi di ombreggiamento risulta troppo caldo nei periodi di canicola. In quel caso lavoro da casa. Spesso, la gente non è consapevole che anche l’ambiente esterno circostante influisce sulla temperatura dentro gli edifici. Ad esempio, la presenza di alberi attorno a un edificio può ridurre la temperatura al suo interno.

L’asfalto, il calcestruzzo e altri materiali da costruzione tradizionali trattengono il calore. Quali sono le alternative per realizzare edifici e strade che riducano l’effetto delle isole di calore?

L’asfalto non permette all’acqua di infiltrarsi nel sottosuolo. Un’alternativa sono le pavimentazioni porose e permeabili. L’acqua piovana viene raccolta e la sua evaporazione riduce la temperatura circostante. Queste pavimentazioni sono indicate per le zone pedonali, ma non per le strade con traffico elevato. Sostituire il calcestruzzo in città è invece più difficile. La vegetazione su facciate e tetti ha impatti positivi sul microclima urbano e pure sulla biodiversità.

I tetti dipinti di bianco o rivestiti con materiali riflettenti sono più efficaci nel raffreddare la città rispetto ai tetti verdi e alla vegetazione a livello stradale, secondo uno studio recente realizzato a Londra. Dobbiamo dipingere le nostre città di bianco?

I tetti bianchi sono una buona soluzione, anche perché riducono il bisogno di raffreddare l’interno degli edifici. Tuttavia, per avere un effetto tangibile sul clima urbano, circa la metà dei tetti andrebbe dipinta di bianco. Questo è difficilmente fattibile in una città come Zurigo, dove ci sono numerosi edifici storici. Vedrei bene dei tetti bianchi nelle zone industriali o sui grandi supermercati.

E le strade? Los Angeles è stata nel 2018 la prima città a dipingere alcune strade di bianco e progetti simili in Svizzera hanno dimostrato che è possibile abbassare notevolmente la temperatura dei manti stradali.

L’asfalto fresco è nero e per questo assorbe più radiazioni solari e immagazzina più calore. Col tempo diventa grigiastro e assorbe meno calore. Alla fine, non è così male. Dipingere tutte le strade di bianco non è una soluzione a causa del bagliore: in una giornata di sole, chi è alla guida di un veicolo rischia di essere abbagliato se ci sono troppe superfici bianche. C’è anche l’aspetto estetico: il bianco è sporchevole e alla gente non piacciono le strade sporche.

Numerose città nel mondo e in Svizzera stanno piantando alberi e creando aree verdi negli spazi pubblici. È sufficiente piantare più alberi per contrastare le isole di calore urbane?

Gli alberi forniscono ombra e hanno un effetto di raffreddamento locale. Possono abbassare la temperatura percepita fino a 6 °C. L’impatto dipende dal tipo, dalle dimensioni e dall’età degli alberi. I più efficaci sono quelli grandi e decidui che presentano un fogliame denso e un apparato radicale esteso.

Tuttavia, gli alberi possono anche avere l’effetto contrario. Possono bloccare le correnti d’aria e limitare la dissipazione del calore durante la notte, cioè nel momento in cui il nostro corpo deve riprendersi dal caldo del giorno. Piantare alberi può procurare beneficio in una zona, ma ridurre il comfort termico nei quartieri vicini.

Chi è responsabile dell’urbanistica deve quindi tener conto del contesto in cui viene piantato un albero. Alberi di grandi dimensioni nei corridoi di ventilazione, ad esempio nel mezzo dei boulevard, andrebbero evitati. Anche le condizioni climatiche generali sono importanti: nelle città dal clima caldo e umido, gli alberi hanno un effetto di raffreddamento ridotto.

Parliamo di quanto sta succedendo in Svizzera. In estate, l’Europaallee, uno dei nuovi quartieri residenziali di Zurigo, diventa una fornace. I responsabili della sua pianificazione hanno trascurato il problema della canicola. È un caso isolato oppure le città svizzere non stanno facendo abbastanza per contrastare le isole di calore?

Non so cosa sia successo nel caso specifico. Si commettono ancora molti errori. Attorno alla Prime Tower [il secondo edificio più alto in Svizzera, nel centro di Zurigo, ndr] c’è troppo asfalto. Non si è pensato allo spazio esterno. Ma sia a Zurigo che in altre città svizzere noto la volontà di agire. La consapevolezza aumenta e direi che siamo sulla buona strada, anche se avanziamo troppo lentamente.

Abbiamo sviluppato modelli che possono simulare il clima urbano per un periodo estivo, comprese varie ondate di calore, con una risoluzione di dieci centimetri. Le municipalità possono usare queste simulazioni per valutare il comfort termico di un quartiere e progettare misure di protezione dal calore. Questi modelli richiedono però una grande quantità di dati.

La temperatura media in Svizzera potrebbe aumentare di oltre quattro gradi entro la fine del secolo, più dell’evoluzione mondiale. Come devono adattarsi le città?

Devono innanzitutto mitigare le isole di calore. Come spiegato prima, le possibilità sono numerose: alberi, superfici stradali porose e corridoi di ventilazione attraverso la città sono tutte misure efficaci per regolare il calore, se realizzate nel modo giusto. È importante avere delle strade o connessioni verdi, dove la gente può camminare e avere un buon clima termico. Al contrario, le ampie strade prive di alberi possono diventare dei corridoi di aria calda, inadatti ai pedoni.

Le città devono anche elaborare strategie di adattamento. Adattarsi al caldo significa attuare una pianificazione completa della risposta alle alte temperature, monitorare le ondate di caldo e sensibilizzare la popolazione su come comportarsi.

Anche in Svizzera si dovranno creare dei centri di raffreddamento in cui la popolazione può sfuggire al caldo estremo per qualche ora?

Le città svizzere non sono così densificate, ma dei centri di raffreddamento sarebbero molto utili, soprattutto per le persone anziane e più vulnerabili al caldo. Le autorità potrebbero predisporre degli spazi climatizzati nei centri sportivi. Ovviamente devono potere essere raggiunti facilmente e in questo senso la Svizzera può contare su un’ottima rete di trasporti pubblici climatizzati.

Quali sono le città pioniere nel mondo a cui potrebbero ispirarsi le municipalità in Svizzera?

Da Vienna e Montreal a Singapore e Sidney, sono molte le città che stanno agendo. Ma non esistono soluzioni uniche e imitabili contro il riscaldamento urbano. Quello che funziona in un luogo potrebbe non essere così efficiente altrove.

Dove piantare alberi? Quali facciate coprire con la vegetazione? Dove costruire gli edifici più alti? Le autorità, in collaborazione con gli istituti di ricerca, gli studi di urbanistica e la popolazione devono trovare la giusta combinazione di misure di mitigazione. Ogni città deve trovare la propria soluzione.

Questo, e soprattutto la mitigazione del cambiamento climatico attraverso la riduzione delle emissioni di gas serra, ci permetterà di abbassare le temperature in città e di renderle più vivibili.

L’articolo originale è stato pubblicato da swissinfo.ch e adattato dalla redazione di “dialogo”, un’offerta della SSR che propone contenuti da tutta la Svizzera tradotti in tutte le lingue nazionali e in inglese, oltre a uno spazio di dibattito, anche questo tradotto e moderato.

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