Inchiesta

Consulenti esterni per la riforma dei servizi segreti

Il Servizio delle attività informative della Confederazione si è affidato ad aziende private per gestire la sua riorganizzazione, che viene però criticata dal personale

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L'edificio che ospita il Servizio delle attività informative della Confederazione a Berna

  • Keystone
Di: Marc Menichini, Michael Maccabez (RTS)/sf 

Sono ormai più di due anni che il Servizio delle attività informative della Confederazione (SIC) ha avviato la sua riorganizzazione. Un progetto lanciato dal direttore dimissionario Christian Dussey, su richiesta della consigliera federale Viola Ahmerd, anch’essa in procinto di lasciare l’incarico.

Team dirigenziale, quadri intermedi, processi e metodi di lavoro, strutture del SIC: quasi tutto è stato rivisto o modificato. Con l’obiettivo di rendere il SIC più agile, più moderno di fronte alle minacce in costante evoluzione.

Di fronte all’ampiezza del compito, e considerato il carico di lavoro già molto elevato al SIC, la direzione si è affidata a una società di consulenza, dot consulting AG, come ha appreso il polo inchieste della RTS. Basata a Olten, questa società privata promette sul suo sito web di attivare “il potenziale dei vostri team (...) liberare le energie affinché i team possano arricchire le loro organizzazioni”.

Il Servizio delle attività informative della Confederazione e i consulenti esterni (19h30, RTS, 03.03.2025)

2,4 milioni di franchi per due aziende esterne

Come ha precisato una portavoce del SIC, questa azienda ha già ricevuto circa 800’000 franchi. “È previsto che fornisca la sua competenza e il suo supporto fino alla fine del 2025”, ha aggiunto la portavoce. Un’altra azienda, ACE Project Services AG, ha contribuito al rinnovo dei contratti di lavoro per 80’000 franchi. È stato fissato un tetto di spesa di 2,4 milioni di franchi fino al 2026 per questi due società private.

Per il consigliere nazionale Jean-Luc Addor (UDC/VS), questi mandati esterni devono cessare immediatamente: “Purtroppo è una malattia piuttosto diffusa nel Dipartimento federale della difesa subappaltare a caro prezzo ogni tipo di prestazione”, ha criticato il parlamentare.

Insoddisfazione del personale

Sorgono interrogativi sull’efficacia e l’utilità di questa partnership pubblico-privata, vista in particolare la grande insoddisfazione delle collaboratrici e dei collaboratori del SIC.

È quanto emerge da un sondaggio realizzato nel novembre 2024 su iniziativa della direzione. Christian Dussey lo ha menzionato davanti alla stampa: “La valutazione del personale ha dato risultati molto deludenti”, ha ammesso il direttore dimissionario. “La valutazione della direzione non è buona. Questo mi tocca molto e non mi fa affatto piacere”.

Il sondaggio, che la RTS ha potuto consultare, mostra anche voti molto bassi in diversi altri ambiti: i processi di lavoro e di decisione, la coesione, ma anche l’attuazione della riforma.

“Posso capire che si faccia appello a esterni per la riorganizzazione, ma solo se alla fine ci sono risultati, se la situazione migliora”, ha osservato il consigliere nazionale Fabien Fivaz (Verdi/NE). “Qui è esattamente il contrario, quindi è estremamente scioccante” conclude.

Le ditte esterne non sono responsabili

Contattata, l’azienda dot consulting non ha voluto rispondere alle domande della RTS: “Non ci pronunciamo sui nostri clienti”, ha scritto via email un membro della direzione.

Da parte sua, il SIC difende il lavoro del suo mandatario: “Dot consulting aiuta il SIC fornendo vari servizi di consulenza e coaching, soprattutto per quanto riguarda la strutturazione dei lavori legati alla trasformazione”, ha insistito una portavoce del SIC. “Il servizio stesso è responsabile dei lavori di trasformazione, della loro attuazione e dei risultati a livello di contenuto”.

Per il momento non è previsto di rescindere il contratto con i due mandatari privati, il cui supporto è ritenuto necessario per la riforma. La consigliera nazionale Jacqueline de Quattro (PLR/VD) sostiene questa strategia ma aggiunge che “bisognerà davvero vigilare affinché questo servizio si stabilizzi. Abbiamo bisogno di un SIC forte, capace di darci le informazioni sulle minacce contro il nostro Paese che rischiano di moltiplicarsi in futuro”.

Una collaborazione strettamente controllata

Una collaborazione tra aziende private e il SIC non è affatto banale, considerando la riservatezza che circonda il lavoro e l’organizzazione del SIC. Inoltre, questo mandato del valore di 2,4 milioni di franchi non è stato oggetto di un bando pubblico “vista la marcata sensibilità in materia di sicurezza”, ha spiegato alla RTS una portavoce del SIC.

Gli scambi con dot consulting sono inquadrati. “L’azienda non ha accesso ai sistemi informativi e di archiviazione del SIC, ma solo a contenuti limitati”, ha spiegato l’ufficio comunicazione. “I tre collaboratori dell’azienda coinvolti sono stati tutti sottoposti a un controllo di sicurezza”.

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