Il Forum economico mondiale (WEF) di Davos è arrivato alla 54esima edizione e quest’anno, all’insegna del tema “Ricostruire la fiducia”, il programma si concentra sui “principi fondamentali della fiducia”: trasparenza, coerenza e responsabilità.
Secondo un rapporto pubblicato dal WEF mercoledì, la disinformazione sarebbe il rischio più grande a livello globale nei prossimi due anni, seguito dagli eventi meteorologici estremi e dalla polarizzazione della società.
Il centro congressi della località grigionese vedrà sfilare capi di Stato e di Governo, come il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, quello israeliano Isaac Herzog e il francese Emmanuel Macron, così come rappresentanti di organizzazioni internazionali, grandi aziende, ONG, esperti e universitari.
Di fronte ai rischi elencati nel rapporto, questi alti dirigenti terranno conferenze, scambieranno idee e proporranno soluzioni per “ricostruire la fiducia”. Ma non tutti sono invitati: come già l’anno scorso, la Russia resta esclusa dal WEF, e il Forum non si occuperà di “ricostruire la fiducia” tra Est e Ovest.
Soprattutto, i partecipanti del WEF costruiranno una rete di contatti. Il punto forte del Forum, secondo alcuni, non sono infatti gli eventi organizzati, ma la possibilità fare nuove conoscenze e tessere relazioni tra i personaggi più potenti al mondo.
È proprio questa attività di “networking” che suscita critiche, che vengono spesso bollate come complottiste. Il WEF è al centro di una serie di spiegazioni semplicistiche, ma il sentimento di perdita di sovranità non è illegittimo.
Un sentimento alla base delle grandi mobilitazioni contro il Forum degli anni 2000, con al centro critiche contro i conflitti di interesse e la ricerca di un altro modello di globalizzazione.
Le proteste hanno perso sempre più forza negli ultimi anni, ma i rimproveri secondo cui si tratta di un incontro in cui i ricchi e potenti cercano di migliorare la percezione da parte del resto del mondo sono ancora di attualità.
Che cos'è "dialogo"?
RSI Info 10.08.2023, 07:00