In un mondo senza sperimentazione animale, la sofferenza delle cavie da laboratorio sarebbe un ricordo del passato. Sulle conseguenze di una fine dei test di medicinali, sostanze chimiche e per la ricerca medica sugli animali, le opinioni divergono all’interno della comunità scientifica.
Un mondo senza sperimentazione animale (10 vor 10, SRF, 06.02.2025)
Thorsten Buch, professore dell’Università di Zurigo, considera gli esperimenti sugli animali indispensabili, come la maggioranza dei ricercatori. Buch afferma che un mondo senza questi test sarebbe catastrofico per i progressi della medicina. Molte nuove terapie non esisterebbero senza la sperimentazione animale.
Il professore cita come esempio i cosiddetti inibitori dei checkpoint, una rivoluzionaria immunoterapia contro il cancro. Per lo sviluppo della terapia è stato necessario comprendere i processi in tutto il corpo. I test sugli animali non sono un modello perfetto, ma restano la migliore possibilità per studiare queste questioni complesse, secondo Buch.
Marcel Leist è invece più ottimista sulla fine di questi esperimenti. Professore dell’Università di Costanza e condirettore del Centro per le alternative alla sperimentazione animale in Europa, sostiene che permetterebbe di concentrarsi maggiormente sui veri problemi medici e fare maggiori progressi.
Leist fa riferimento ai molti fallimenti che sarebbero causati proprio dai test sugli animali. Diverse sostanze che non funzionano negli animali ma avrebbero funzionato negli esseri umani sono state scartate. Ce ne sarebbero poi altre che funzionano negli animali, ma non negli esseri umani. “L’uomo non è un ratto da 70 chilogrammi” sottolinea il professore.
Sperimentazione animale in Svizzera
Nel 2023, secondo l’Ufficio federale della sicurezza alimentare e di veterinaria, quasi 600’000 animali sono stati utilizzati per esperimenti, l’1,6% in più rispetto all’anno precedente. Si utilizzano principalmente topi, seguiti da ratti e pesci.
Circa due terzi degli animali vengono utilizzati per studiare malattie umane e sviluppare nuove terapie, soprattutto per il cancro e le malattie neurologiche. Solo per la ricerca sul cancro, nel 2023 sono stati utilizzati quasi 130’000 animali. La legge prevede che, prima che una nuova sostanza attiva venga testata sull’uomo in studi clinici, deve essere testata sugli animali per verificarne la sicurezza.
L’ordinanza sulla protezione degli animali prevede che gli animali possano essere utilizzati nella ricerca solo se l’obiettivo non può essere raggiunto senza test sugli animali.
Organoidi al posto degli animali
In un mondo senza sperimentazione animale, i ricercatori lavorerebbero probabilmente solo con modelli basati su cellule umane. Attualmente ne esistono già alcuni, come la pelle coltivata per testare i cosmetici, o cellule sanguigne coltivate per verificare l’effetto di sostanze tossiche.
I modelli più studiati sono gli organoidi, minuscoli frammenti di tessuto creati con cellule umane coltivate. Per sperimentare gli effetti di nuove sostanze, l’industria farmaceutica utilizza già oggi organoidi di fegato, cuore o polmoni.
L’evoluzione in questo settore sarebbe probabilmente molto più rapida se non si potesse fare esperimenti sugli animali. Gli organoidi diventerebbero sempre più differenziati e interconnessi, secondo Leist. È convinto che, combinando sistemi biologici e informatici, sia possibile creare una simulazione dell’organismo umano, almeno per determinate questioni. Si creerebbe un doppio digitale su cui si potrebbero studiare le malattie e condurre test farmacologici.
Buch ritiene però che senza animali rimarrebbe una grande lacuna. Dopotutto, un organoide non è un organo e diversi organoidi, analogici o digitali, non sono un intero organismo, tanto meno un essere umano. “Le informazioni che si possono ottenere, sono limitate e lo saranno anche in futuro”. Gli studi clinici su volontari umani per nuovi farmaci, potrebbero diventare più pericolosi rispetto a oggi.
Una cosa è certa: per l’uomo, un mondo senza esperimenti sugli animali sarebbe un esperimento, con un esito incerto.
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