“Preferisco usare il termine ‘disruption’” afferma Thomas Rothacher, sostituto del capo dell’armamento di Armasuisse, riferendosi al massiccio uso di droni nella guerra in Ucraina e come abbiano sconvolto il classico sistema di approvvigionamento delle forze armate.
I droni, continua Rothacher, non sono una novità per l’esercito. I primi test con i sistemi di rilevamento dei droni sono stati fatti nel 2016, ma il volume dell’impiego di questi velivoli e il loro impatto in Ucraina ha comunque sorpreso gli esperti.
Il reportage di Reto Widmer (Digital Podcast, SRF, 12.09.2024)
Un milione di droni all’anno
Sono circa un milione i droni all’anno che l’Ucraina modifica, in alcuni casi costruisce e usa ogni anno. Alla luce di questi dati Armasuisse ha recentemente costituito un gruppo speciale, con il compito di individuare come l’esercito svizzero può garantire la disponibilità di un numero sufficiente di droni in caso di conflitto.
Si tratta di una sfida importante, poiché i brevi cicli di sviluppo e la rapidità dell’innovazione dei droni sono diametralmente opposti al tradizionale processo di approvvigionamento, piuttosto lento.
“Grandi riserve di droni nei magazzini non hanno senso”, afferma Rothacher, che vede la soluzione in una rete agile di aziende che possano produrre, adattare rapidamente, integrare e modificare i droni. Un compito per il quale la Svizzera è molto ben attrezzata.
Lo showroom del Centro svizzero dei droni e della robotica
Il Centro svizzero dei droni e della robotica
Il Centro svizzero dei droni e della robotica del Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport, a Thun, affianca l’esercito svizzero e altre autorità nella gestione della robotica per il settore della sicurezza. È il servizio specialistico svizzero preposto al chiarimento delle questioni riguardanti la tecnologia dei droni e dei robot in termini di importanza per la sicurezza nazionale.
Svizzera Paese di droni
Quasi nessun altro Paese, in rapporto alla sua popolazione ha così tante competenze in materia di droni. In Svizzera ci sono diverse startup dei politecnici federali e delle università con droni altamente specializzati e sofisticati software di controllo. Alcuni di questi velivoli sono esposti nello showroom del centro specializzato di Thun.
Gli esemplari esposti al Centro svizzero dei droni e della robotica
Rothacher è convinto che l’ecosistema dei droni debba rimanere in Svizzera. In caso di conflitto, sarebbe così possibile produrre in modo flessibile i propri droni o riprogrammare quelli disponibili in commercio per adattarli alle proprie esigenze.
Il problema dei microchip
Rimane tuttavia un problema centrale: nessun drone vola senza microchip e nessuna delle numerose aziende svizzere di droni è in grado di produrli autonomamente. Una soluzione, secondo Rothacher, potrebbe essere la quella di scambiare prodotti svizzeri con dei microchip.
Ma non bisogna farsi illusioni. Anche questa strategia non garantirebbe l’effettiva disponibilità dei circuiti elettronici. Si sta quindi valutando la possibilità di accumulare microchip durevoli e liberamente programmabili. Il problema non è comunque risolto e resta un importante punto interrogativo.
Nonostante le domande ancora aperte, Armasuisse vuole accelerare il passo per quanto riguarda i droni. Già l’anno prossimo le truppe effettueranno dei test con piccoli droni, con velivoli disponibili a poche centinaia di franchi e che si possono facilmente adattare alle proprie esigenze.
Il piano per la pace dell'Ucraina
Telegiornale 15.09.2024, 20:00