Grigioni

Lavori ad alta quota per salvare un pezzo di storia

Sono quasi giunti al termine, dopo 7 anni, gli interventi di ristrutturazione ad Avers di 40 stalle, alcune delle quali pluricentenarie

  • 22 luglio, 09:09
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Le strutture fanno ormai parte del paesaggio

  • Fondazione "Avers Ställe"
Di: Federico Belotti (RTR)/sf 

Avers, con i suoi quasi 2’000 metri di quota, è il Comune più alto di Svizzera e sul suo territorio conserva delle tracce della sua storia rurale: delle stalle costruite anche diverse centinaia di anni fa. Per preservare dal deterioramento questi pezzi di storia, sette anni fa è stato lanciato un progetto di ristrutturazione che ha interessato 40 strutture e ormai quasi giunto al termine.

Un lavoro portato avanti grazie alla Fondazione “Avers Ställe”, creata proprio per questo scopo e che nei prossimi due o tre anni verrà sciolta, una volta la sua missione sarà compiuta. spiega il presidente Robert Heinz alla RTR.

L’intervista al presidente della Fondazione, Robert Heinz (Actualitad, RTR, 15.07.2024)

La maggior parte delle stalle sono di proprietà privata, e i proprietari hanno dovuto sborsare al massimo 10’000 franchi per i lavori di restauro, mentre il resto è stato coperto dalla Fondazione, che non ha reso noto l’investimento totale.

Conservare il patrimonio culturale

Nel XIII secolo l’alta valle di Avers ha visto l’arrivo dei Walser, che si sono insediati nelle zone ancora libere, oltre i 1’500 metri di quota. Con grande impegno e fatica hanno costruito le strutture necessarie per immagazzinare il foraggio necessario per il bestiame, punteggiando il paesaggio con le stalle, che fanno ormai parte del panorama.

Con i cambiamenti intervenuti nell’agricoltura a partire dagli anni ‘70 del secolo scorso, queste strutture hanno perso la loro utilità e sono state abbandonate dai loro proprietari, cadendo in disuso, e diverse sono poi crollate.

La Fondazione è stata creata proprio per evitare di vedere le stalle sparire dal paesaggio e preservare questo patrimonio culturale per le generazioni future.

I lavori di ristrutturazione, realizzati grazie alla generosità di diversi donatori, hanno puntato a mantenere il più possibile l’aspetto storico delle strutture, con i loro tetti di pietra e muri a secco. È però stato impiegato anche del cemento, il minimo necessario per assicurare la loro stabilità e che possano resistere per altri 100 o 200 anni.

Le strutture restaurate non sono abitabili, perché non sono mai state utilizzate per questo scopo, ma non devono per forza rimanere vuote. Secondo Heinz possono essere usate come depositi, ma alcune potrebbero anche ospitare degli eventi culturali. Starà però ai proprietari decidere se implementare queste idee.

Tre tipi di stalla

Le strutture costruite portando in quota tutto il materiale necessario, con grandi sforzi e tenacia, si dividono in tre tipi.

Heimstall

Una stalla solitamente costruita vicino a una casa, l’heimstall normalmente ospitava gli animali nella parte inferiore, mentre il fieno veniva immagazzinato in quella superiore.

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Una stalla nella frazione Am Bach

  • Fondazione "Avers Ställe"
Aussenstall

Queste strutture erano costruite lontane dall’abitazione, per immagazzinare il fieno e nutrire il bestiame durante l’inverno. Anche in questo caso, gli animali trovavano posto al piano inferiore, mentre il foraggio veniva tenuto nella parte superiore. Esistono anche edifici di un solo piano, dedicati unicamente per depositare il fieno.

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Questa stalla a Ussar Holta è costruita su due piani

  • Fondazione "Avers Ställe"
Bärggädemli

Questi piccoli fienili si trovano soprattuto alle quote più alte e venivano utilizzati per conservare il fieno magro, che veniva falciato solo ogni due o tre anni. In inverno il foraggio legato in balle veniva portato tra la neve verso lefattorie.

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Molto al di sopra il centro abitato sorgono le Bärggädemli

  • Fondazione "Avers Ställe"

L’articolo originale è stato pubblicato da RTR e tradotto dalla redazione di “dialogo”, un’offerta della SSR che propone contenuti da tutta la Svizzera tradotti in tutte le lingue nazionali e in inglese, oltre a uno spazio di dibattito, anche questo tradotto e moderato.

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