A Siviez, in Vallese, solo una ventina di appassionati di montagna hanno seguito il corso di formazione per conduttori di cani da valanga. In totale, oggi in Vallese sono una cinquantina, circa un terzo in meno rispetto a 20 anni fa.
“Bisogna avere disponibilità per partecipare ai salvataggi”, spiega Yvan Morath, responsabile della formazione per il Vallese romando ai microfoni della RTS. “La gente preferisce fare altro”. I partecipanti devono infatti dimostrare flessibilità. “Bisogna impegnarsi, seguire gli allenamenti obbligatori, i corsi cantonali”, precisa Morath.
Diverse esigenze
Le persone interessate a seguire la formazione devono possedere un cane di una certa stazza e superare un test d’ingresso per rispettare alcuni requisiti. “Praticare attivamente l’escursionismo in montagna è una qualità richiesta ai conduttori che conoscono bene gli ambienti alpini”, spiega Fabien Marmy, uno degli istruttori del corso.
In Vallese con i cani da valanga (19h30, RTS, 16.01.2025)
I conduttori di cani devono anche avere “un ottimo rapporto” con il loro animale, oltre a una buona condizione fisica, “perché spesso interveniamo in ambienti piuttosto ripidi, in alta quota”, aggiunge l’istruttore.
Prima di essere completamente operativi, i corsi devono essere seguiti per diversi giorni alla settimana per tre anni. “Il terzo anno, il conduttore otterrà il brevetto C, diventando così un conduttore qualificato”, precisa Marmy. “Sarà in grado di gestire, oltre al suo cane, l’aspetto della sicurezza, avere una visione d’insieme e organizzare un soccorso su una valanga”.
Un anello della catena di salvataggio
Oggi i cani restano indispensabili per il salvataggio, poiché non tutti sono necessariamente dotati di un rilevatore di vittime da valanga.
“La gente pensa che con i mezzi tecnici che abbiamo attualmente, i cani non siano più necessari”, rileva Morath. “Ma in realtà, i cani restano un anello della catena di salvataggio”.
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Alphaville 15.01.2025, 11:30
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