Solo un quarto della popolazione svizzera pensa che bambini di oggi possano crescere in modo più spensierato rispetto qualsiasi generazione precedente, in calo rispetto all’anno scorso. Oltre i due terzi dei residenti ritiene inoltre che i tempi in cui si poteva vivere senza preoccupazioni siano passati e che il mondo stia andando a rotoli.
Nel giro di un anno, gli svizzeri sono diventati più pessimisti sul futuro. Lo dimostra la seconda edizione del sondaggio “Svizzera, come stai?”, condotto dall’istituto di ricerca Gfs.bern per conto della SSR a cui hanno partecipato 51’000 persone che hanno risposto a circa 300 domande su diversi aspetti della loro vita.
Soddisfatti del presente
È il contrasto tra il presente e il futuro che spicca dai risultati del sondaggio. Per quanto riguarda la vita in Svizzera oggi, la maggioranza degli intervistati è positiva: il 59% afferma di essere soddisfatto della propria vita. Sebbene il costo della vita sia aumentato rispetto all’anno precedente, due terzi degli intervistati affermano che la loro situazione finanziaria pesa poco o per niente.
“In Svizzera la maggioranza non è toccata direttamente dalle preoccupazioni finanziarie” rileva Urs Bieri, di Gfs.bern, ma resta comunque un 35% più o meno preoccupato per la propria situazione finanziaria, una quota in aumento rispetto all’anno scorso.
La soddisfazione deriva principalmente dalla vita privata, mentre quella legata al lavoro ha fatto segnare una lieve flessione rispetto al 2023. A livello professionale, le principali cause di preoccupazione sono lo stress e il ritmo di lavoro: secondo l’83% dei partecipanti al sondaggio sempre più persone ne sono sopraffatte, un dato in crescita di 11 punti percentuali, mentre la metà ritiene che starebbe meglio se dovesse lavorare meno.
Timori di perdere il benessere
Se, per quanto riguarda il presente, complessivamente emerge un quadro positivo, guardando al futuro prevale invece un certo scetticismo. Solo il 14% ritiene che nei prossimi anni starà meglio dal punto di vista economico, mentre il 37% si aspetta di vedere la propria situazione peggiorare.
L’aumento dei premi di cassa malati è la maggiore preoccupazione degli intervistati per gli anni a venire, ma anche i timori legati alle guerre, così come a sicurezza e terrorismo, hanno fatto segnare un aumento rispetto all’anno scorso.
“Si tratta di paure di perdere quanto si ha - spiega Bieri -. Siamo a un livello molto alto e si teme che non si possa continuare così per sempre”.
Il cambiamento climatico, nonostante la sconfitta dei Verdi alle elezioni federali dello scorso autunno, viene ancora considerato un problema serio da due terzi degli intervistati, che ritiene necessario un intervento immediato, anche se la loro proporzione ha subito un lieve calo.
Sulla difficile e controversa questione di cosa dovrebbe fare la Svizzera per combattere il cambiamento climatico, il 72% dei partecipanti al sondaggio chiede di ridurre le emissioni in patria e non sostenere progetti all’estero.
Attaccamento alla patria intatto
Il presidente del Centro, Gerhard Pfister, ha recentemente espresso alla NZZ la sua preoccupazione per il livello di immigrazione in Svizzera e ha avvertito che potrebbe mettere a rischio il senso di patria di molte persone.
Secondo il sondaggio, l’attaccamento alla patria dei residenti è addirittura aumentato. Il 68% degli intervistati ritiene che la maggior parte della popolazione condivida più o meno i loro valori, 5 punti percentuali in più rispetto all’anno scorso. È aumentata anche la percentuale di chi si identifica con la Svizzera o il Cantone di residenza, mentre è in calo chi si identifica con l’Europa o più in generale con il mondo.
Per quanto riguarda l’identità svizzera, quasi l’unanimità ritiene decisivo il rispetto delle leggi e istituzioni e il fatto di parlare una lingua nazionale, mentre il fatto di essere nati in Svizzera è ritenuto importante da poco meno della metà degli intervistati.
Il sondaggio
I risultati di “Svizzera, come stai?” si basano su un sondaggio rappresentativo di 51’182 residenti in Svizzera. È stato condotto dall’istituto di ricerca Gfs.bern nei mesi di maggio e giugno 2024 per conto della SSR. Si tratta della seconda edizione del sondaggio. Rispetto alla versione dell’anno scorso, alcune domande erano nuove o diverse, ma la maggior parte erano identiche.
3000 intervistati sono stati selezionati da un panel online da Gfs.bern, al fine di ottenere un quadro rappresentativo della popolazione svizzera (dai 16 anni in su). Il campione è stato stratificato in base alla regione linguistica e proporzionato in base all’età e al sesso.
Gli altri partecipanti hanno completato il questionario online. Sono stati invitati a farlo tramite i canali della SSR, ma hanno deciso autonomamente se partecipare o meno. Questo metodo di indagine non è rappresentativo. La rappresentatività viene raggiunta attraverso specifiche procedure di ponderazione e convalida dei dati.
Il questionario comprendeva circa 300 domande. Per garantire che un’intervista non durasse più di 20 minuti circa, Gfs.bern non ha posto le stesse domande a tutti gli intervistati. L’errore di campionamento è di ±1,8% al 50/50 e 95% di probabilità.