Polyanna non ti chiede nulla e ti prende subito la mano. Sei anni, riccioli arruffati e un sorriso dolce, ti mostra subito la sua casa. No, non abita qui. Ma la “Casa dos curumins” per lei è come se lo fosse. Ci sono tutti, oggi, i 150 ragazzi che quotidianamente affollano questi locali colorati e semplici, coi loro disegni alle pareti. Fuori, c’è un quartiere anonimo a ridosso dell’ennesima favela di una megalopoli dove l’identità si perde in groviglio di baracche e fili della corrente penzolanti. Dentro, il calore di chi sa accogliere e dare speranza: Alberto Eisehardt e sua moglie Adriana. Hanno deciso di lasciare il Ticino per trasferirsi qui. Da tre anni stanno semplicemente “in mezzo” ai bambini e i ragazzi del distretto Pedrera, estrema periferia sud di San Paolo. In lingua Tupi-Guarani, Curumins significa “casa dei ragazzi”. Da queste parti si va a turni a scuola, le aule non bastano. Finite le lezioni, prima di rientrare in famiglia in una catapecchia di lamiera o infilarsi in un vicolo maleodorante, si viene qui. Musica, disegno, sport, informatica. Oggi la squadra di calcetto femminile dei “Curumins” partecipa a un torneo. Sul pareti della palestra un manifesto del ministero del lavoro :“Un bambino che studia può scegliere il suo futuro”. Alberto e Adriana stanno costruendo quel futuro per molti ragazzi.
Emiliano Bos (Cafè do Brasil del 15/06/2014, La2)
"Casa dos Curumins"
Emiliano Bos 27.06.2014, 00:00