Amman è una città dai due volti. Modernissima nella sua dowtown e nell'aeroporto, strutture futuristiche che sembrano quasi Dubai; dimessa nei suoi quartieri poveri, quelli che ospitano la gente comune, che in un giorno di lavoro dalla mattina fino alle dieci di sera - mi racconta un signore musulmano - non va oltre i dieci franchi di salario.
È quella la gente che sente la pressione dei profughi siriani, oltre un milione secondo le statistiche, che le conferenze di pace e l'attivismo sterile dei governi occidentali non riescono a sistemare in case decenti. È a quella gente che sabato ha parlato il Papa, per dire loro grazie, grazie delle fatiche, comprensibili in un Paese che vive di ondate massicce di immigrazione: prima i palestinesi, poi gli iracheni, infine l'ondata siriana. Pensiamoci bene: chi prima di oggi - tra i potenti del mondo - ha detto: grazie, Giordania? Lo ha fatto Papa Francesco, appena sbarcato ad Amman. Bergoglio ha avuto un altro motivo per ringraziare: nel regno hashemita i cristiani sono cittadini a parte intera, vivono la piena libertà religiosa, quella che il Papa ha richiamato sabato come parte essenziale della libertà di ogni uomo.
Re Abdallah esce da questa giornata intensa con la patente di sovrano illuminato, che sa offrire eguali condizioni di vita a musulmani - la grande maggioranza della popolazione - e cristiani, minoranza che accoglie altri cristiani, da Iraq e Siria. Sembrava contento dell'incontro, come Ranja, splendida regina, sempre un passo dietro a lui, secondo tradizione, negli incontri ufficiali, ma che non ha resistito a postare su Twitter la foto di gruppo, con l'erede 19enne al trono che guarda al padre come a un modello.
La seconda giornata del viaggio in Terra Santa
In questa domenica Francesco è a Betlemme e Gerusalemme. La prova del fuoco. Francesco incontra la Palestina. E quel Bartolomeo, patriarca ortodosso di Costantinopoli, che lo ha invitato a ripetere il gesto compiuto 50 anni fa da Paolo VI e Atenagora. Solitamente sono i Papi che organizzano gli incontri religiosi. Questa volta è il contrario. È un segno di novità anche questo.
Da Amman - Bruno Boccaletti