“Il genocidio armeno”, il classico di Raymond Kavorkian, è apparso da pochi giorni sugli scaffali delle librerie turche. Il titolo, Ermeni Soykırımı è la traduzione fedele dell’originale. Un fatto, questo, che fino a pochi anni fa sarebbe stato impensabile: anche un solo accenno al termine “genocidio” relativo ai massacri perpetrati ai danni degli armeni, avrebbe inevitabilmente portato alla denuncia per insulto al paese, così come capitò, tra i tanti, anche al premio Nobel per la letteratura Orhan Pamuk.
Ahmet Insel, professore e scrittore, è anche l’editore del libro. Nel suo ufficio di Sultanahmet, sopra il negozio della casa editrice, Insel ci spiega genesi e processo che hanno consentito a lui come ad altri di utilizzare la parola “genocidio” senza temere di venire incriminato.
VIDEO - A colloquio con Ahmet Insel
RSI Info 23.04.2015, 16:24
“I fattori sono tre - ci dice - e sono parte di un’evoluzione lunga trent’anni (per i dettagli guarda il video, nda). Si tratta di una reazione alla storia “purificata” e imposta dalla repubblica kemalista che ha provocato la ribellione di alcuni intellettuali, soprattutto storici e ricercatori. L’obbligo di conformarsi con le leggi europee durane il processo di avvicinamento all’UE ha fatto il resto”.
AHMET INSEL: "Dalla pubblicazione del libro, fino ad oggi, nessuna reazione negativa"
RSI Info 23.04.2015, 17:12
Insel non è armeno. È uno degli intellettuali turchi più attivi - e in vista - tra coloro che hanno messo in movimento il difficile processo di presa di coscienza da parte dell’opinione pubblica turca sulla questione armena.
AHMET INSEL: "Spero che nei prossimi anni lo Stato turco riconosca il genocidio"
RSI Info 23.04.2015, 17:16
Alessandro Broggini