Ripresa dell'economia in Svizzera, dopo la seconda contrazione dovuta al coronavirus. Sulla scia del miglioramento della situazione pandemica, nel secondo trimestre dell'anno il prodotto interno lordo (PIL) è aumentato dell'1,8% rispetto ai tre mesi precedenti, quando era diminuito dello 0,4%.
La stima è stata pubblicata giovedì dalla Segreteria di Stato dell'economia (SECO), che sottolinea pure come il PIL del periodo aprile-giugno sia comunque rimasto leggermente inferiore (-0,5%) ai livelli pre-crisi del quarto trimestre 2019. Su base annua - in confronto cioè al momento in cui la Svizzera si trovava in regime di semi-confinamento - la variazione è del +7,7%. Come noto nel 2020 il PIL (secondo, in questo caso, i dati diffusi non molti giorni or sono dall'Ufficio federale di statistica) è calato del 2,4%.
Lo scarto trimestrale del PIL stimato dalla SECO è in linea con le previsioni degli esperti raccolte dall'agenzia AWP, che pronosticavano valori compresi fra +1,5% e +2,2%. Più ottimismo era stato invece mostrato riguardo alla progressione annua: gli specialisti scommettevano su crescite tra 8,5% e 9,1%.
Scendendo nei dettagli e tornando alle analisi dei funzionari bernesi, il secondo trimestre ha visto un balzo (trimestrale) del valore aggiunto nel ramo alberghiero e della ristorazione (+49%), dopo la revoca o l'allentamento delle numerose misure sanitarie restrittive. Si rimane comunque a circa la metà dei livelli pre-crisi, un discorso che vale anche per arte, intrattenimento e attività ricreative (+53%). La riapertura dei negozi fisici ha permesso al commercio (+5%) di crescere significativamente. L'unico comparto in sensibile controtendenza è stato quello dei servizi finanziari (-1%).