L'espressione finanziaria dell'anno in Svizzera è: "tassi negativi". A sceglierla è stata una giuria composta di cinque persone tra cui anche l'ex presidente della direzione di Credit Suisse e UBS Oswald Grübel.
L’espressione ha avuto la meglio sulle altre, spiega la motivazione, perché questa anomala forma di "interesse sotto zero" ribalta i princìpi base dell'economia, princìpi che prevedono il pagamento di un interesse per l'ottenimento di un capitale in prestito. Ora si va verso uno scenario senza precedenti, che solleva molte questioni ancora senza risposta.
Nella Confederazione la remunerazione negativa, introdotta da diverse banche centrali per stimolare i consumi e quindi la congiuntura a seguito delle conseguenze della crisi finanziaria del 2007-2008, è stata pensata soprattutto per indebolire il franco svizzero, bene rifugio per eccellenza in momenti di crisi. In un caso come nell’altro l’effetto è che per i risparmiatori è sempre più difficile ottenere un beneficio dal proprio capitale. Una novità che sta mettendo in grande difficoltà anche i fondi pensione, che fanno sempre più fatica a garantire le prestazioni.
Diem/RG