“I bisogni umanitari restano enormi e le priorità che c’erano fino alla scorsa settimana restano le stesse: l’accesso alla salute, ai beni di prima necessità, cibo e anche altro”. Così si è pronunciato ai microfoni del Radiogiornale Marco di Liddo, coordinatore generale dei progetti umanitari di Médecins du Monde Svizzera (MDM) nei territori palestinesi, dopo che l’accordo per una tregua tra Israele e Hamas è entrato in vigore.
Innumerevoli sono anche i camion umanitari che dovranno accedere nel territorio, circa 600 al giorno, di cui “50 di carburante, che dovrebbero far funzionare la produzione di acqua pulita, gli ospedali e tanti altri servizi che miglioreranno in modo tangibile, nel giro di qualche settimana, la vita della popolazione a Gaza”, continua il coordinatore. Ci si augura anche che “la popolazione non debba più vivere con i bombardamenti”, ma di Liddo è consapevole della presenza di forti tensioni causate dalla confusione sociale diffusa in tutta la Striscia.
Il focus attuale di MDM Svizzera è posto sulla salute, in particolar modo sulla salute mentale ed il supporto psicosociale. Il team dell’organizzazione si sta infatti concentrando “sull’impatto del cessate il fuoco, di quello che si spera sia la fine di una pagina nera per Gaza” dice il membro di MDM alla RSI, aggiungendo che “ci si aspetta una ripercussione molto importante sulla salute mentale della popolazione, che finalmente può rilasciare la tensione e lo stress, dando spazio ad una serie di conseguenze psicosociali”.
Gaza, inizia la tregua
RSI Info 20.01.2025, 08:30
“Si farà il punto giorno per giorno”
Ulteriore difficoltà sembra essere la problematica di non potersi ancora proiettare con degli investimenti operativi sul lungo termine, dovendo quindi analizzare la situazione quotidianamente, dalla prospettiva logistica, ma anche da quella operativa, della sicurezza e dell’accesso ai beni primari. Di Liddo sottolinea quindi come bisognerà “fare un punto giorno per giorno, soprattutto dopo le prossime due settimane, seguendo i vari passi di questo accordo che prevede delle azioni giorno per giorno”. Il coordinatore rimane ancora col fiato sospeso, ma sicuramente, sottolinea, con più speranza rispetto al passato.
L’accordo spiegato nel nostro podcast “Il mondo là fuori”
Dopo 15 mesi di guerra a Gaza e 15 mesi vissuti come ostaggi, ecco finalmente l’accordo per una tregua. Era una richiesta incalzante nelle manifestazioni dei famigliari degli ostaggi, nelle manifestazioni pro-palestinesi nel mondo, al consiglio di sicurezza dell’ONU. Più volte i mediatori di Qatar, Egitto e Stati Uniti dicevano di essere vicinissimi a un’intesa, per poi essere smentiti. Ma che tipo di accordo è stato trovato? E come mai un testo rifiutato più volte ha finito per essere accettato? Porterà la pace a Gaza? Con l’aiuto del nostro collaboratore Michele Giorgio, in queste ore vogliamo darvi le informazioni di base sulla tregua fra Israele e Hamas, annunciata giovedì sera dal primo ministro del Qatar al-Thani, dai due presidenti americani, quello entrante e quello uscente, e anche dal primo ministro Israeliano.
La tregua tra Israele e Hamas
RSI Info 17.01.2025, 15:30
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