Medio Oriente

Stop a sorpresa per l’avvio della tregua a Gaza

Inizio del cessate il fuoco posticipato per la mancanza dell’elenco degli ostaggi che Hamas intende liberare. La lista è arrivata a metà mattina

  • Oggi, 07:52
  • Un'ora fa
Tregua per ora in stand-by a Gaza

Khan Yunis nella Striscia di Gaza

  • foto generica keystone
Di: ATS/ANSA/AFP/Swing 

L’entrata in vigore di un accordo di cessate il fuoco tra Israele e Hamas, inizialmente prevista per oggi, domenica, alle 8.30 ora locale (le 7.30 in Svizzera), è stata ritardata poiché Hamas non ha ancora presentato l’elenco degli ostaggi da rilasciare durante la giornata, come richiesto da Israele. Il premier israeliano Netanyahu ha subito precisato che “la tregua non inizierà se Israele non riceverà la lista degli ostaggi prevista dagli accordi”. Hamas ammette un ritardo dovuto a “motivi tecnici”.

Arrivata la lista

Poco prima delle 9.30 un alto funzionario di Hamas ha dichiarato che il gruppo palestinese ha inviato a Israele l’elenco richiesto degli ostaggi che saranno rilasciati oggi, secondo quanto riportano i media palestinesi, citati dal Times of Israel. Un funzionario israeliano ha confermato alla rete TV pubblica Kan che Hamas ha fornito l’elenco ai mediatori. Hamas ha inoltre specificato che oggi rilascerà gli ostaggi Romi Gonen, Emily Damari e Doron Steinbrecher.

Attacchi israeliani a nord di Gaza

L’esercito israeliano (Idf) “continua a operare e a colpire obiettivi terroristici nella Striscia di Gaza. Attorno alle 09.00 di oggi, domenica, l’artiglieria e gli aerei dell’Idf hanno colpito una serie di obiettivi terroristici nel nord e nel centro di Gaza”: lo annuncia l’Idf su Telegram. L’esercito “rimane pronto alla difesa e all’offesa e non permetterà che venga arrecato alcun danno ai cittadini di Israele”, conclude il comunicato. La Protezione civile della Striscia di Gaza, espressione di Hamas, ha annunciato che sei persone sono state uccise e altre sono rimaste ferite negli attacchi di questa mattina dell’esercito israeliano.

Dimissioni di Ben Gvir

Il ministro della Sicurezza nazionale israeliano Itamar Ben Gvir e altri due ministri del suo partito nazionalista-religioso hanno rassegnato le dimissioni dal gabinetto del primo ministro Benjamin Netanyahu in segno di protesta per la tregua a Gaza. Il partito Otzma Yehudit non fa quindi più parte della coalizione di Governo, ma ha dichiarato che non cercherà di far cadere il Governo di Netanyahu.

Spostamenti di truppe

Nel frattempo però, alcuni media vicini ad Hamas hanno riferito che e forze israeliane hanno iniziato a ritirarsi da diverse aree della zona di conflitto, incluse Rafah a Gaza. Oltre ai media sostenitori di Hamas, anche il corrispondente arabo di Al Jazeera a Gaza afferma che l’esercito israeliano ha iniziato il ritiro da Rafah. I veicoli militari starebbero lasciando il centro della città e si sarebbero ritirando attraverso il cosiddetto Corridoio Filadelfia, che si estende lungo il confine meridionale di Gaza con l’Egitto. L’informazione non è stata confermata ufficialmente e Israele non si è ancora espressa in merito. Infine l’esercito israeliano (Idf) ha annunciato di aver recuperato il corpo di un ostaggio detenuto a Gaza dal 2014.

A Rafah pronti 2’000 camion di aiuti per Gaza

 “2.000 camion che trasportano aiuti umanitari e merci sul lato egiziano del valico di Rafah si stanno preparando a entrare a Gaza”: lo scrive su X la tv pubblica egiziana Al Qaera precisando gli automezzi “trasportano cibo, vestiti, forniture mediche, tende, prodotti per l’igiene e altri articoli di prima necessità”.

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Tregua a Gaza, da domani primi prigionieri liberi

Telegiornale 18.01.2025, 20:00

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