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Francia, Marine Le Pen condannata e ineleggibile

La leader del Rassemblement National giudicata colpevole di appropriazione indebita di fondi pubblici nell’ambito della vicenda degli assistenti parlamentari europei

  • 31 marzo, 11:10
  • 31 marzo, 19:33
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Radiogiornale 12.30 del 31.03.2025 - La diretta da Parigi di Alessandro Grandesso

RSI Info 31.03.2025, 13:04

  • EPA/MOHAMMED BADRA
Di: ats/joe.p./pon 

La leader del Rassemblement National (RN, di estrema destra) Marine Le Pen e otto eurodeputati sono stati giudicati colpevoli di appropriazione indebita di fondi pubblici al termine del processo sugli assistenti degli eurodeputati di RN al Parlamento europeo di Strasburgo. Il dibattimento si era tenuto fra la fine di settembre e quella di novembre.

Come richiesto dalla procura, la Corte presieduta da Benedicte de Perthuis ha pronunciato per Le Pen una pena che prevede l’ineleggibilità immediata e per i prossimi cinque anni. Per lei anche una condanna al carcere: quattro anni, due dei quali sospesi. Non andrà in prigione, ma dovrà portare un braccialetto elettronico.

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Francia: Marine Le Pen giudicata colpevole

Telegiornale 31.03.2025, 12:30

Marine Le Pen, lo ricordiamo, stando ai sondaggi è le preferita dai francesi in vista delle prossime presidenziali (in programma nel 2027), con una quota di preferenze fra il 34 e il 37%, ma a meno che una sentenza in appello non arrivi in tempo per sovvertire quella odierna, non potrebbe a questo punto essere in lizza né per quella né per nessuna altra carica. Un ricorso da parte degli imputati è scontato, l’avvocato di Le Pen lo ha già annunciato questo pomeriggio, ma i tempi della giustizia saranno lunghi.

La dirigente della destra - a cui carico va un’appropriazione indebita accertata dalla Corte di 474’000 euro - ha lasciato l’aula dopo la condanna, senza attendere la fine della lettura della sentenza.

Il tribunale di Parigi ritiene che il caso abbia rappresentato una frode da 2,9 milioni di euro (2,76 milioni di franchi al cambio attuale) per il contribuente europeo, “facendo pagare al Parlamento europeo delle persone che lavoravano in realtà per il partito” a livello nazionale e non a livello dell’UE. “Che le cose siano chiare: nessuno viene processato per aver fatto della politica, non è il tema. La questione è sapere se i contratti sono stati eseguiti o meno”, ha sottolineato de Perthuis, precisando che “non c’è stato arricchimento personale, ma del partito sì”. Partito che è stata condannato a un’ammenda di 2 milioni di euro, sospesa per la metà.

Nell’udienza, aperta alle 10.20, sono stati dichiarati colpevoli di ricettazione anche i dodici ex assistenti parlamentari finiti a giudizio insieme ai politici.

Le reazioni

La condanna e soprattutto l’esclusione dalla vita politica di Marine Le Pen hanno subito suscitato reazioni sia sul piano nazionale che su quello internazionale. Jordan Bardella, suo delfino in seno al Rassemblement National, ha scritto su X che “Oggi, non è solo Marine Le Pen che viene ingiustamente condannata. È la democrazia francese che viene giustiziata’‘. Bardella ha in seguito invitato a una “mobilitazione popolare e pacifica” e ha denunciato “la dittatura dei giudici”.

Dall’estero il premier ungherese Viktor Orban, il cui partito Fidesz è alleato dell’RN a Strasburgo, ha espresso la sua solidarietà twittando la frase “Je suis Marine!”. Sollecitato in conferenza stampa, il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov ha parlato di un “affare interno della Francia”, ma ha pure constatato che “le norme democratiche vengono violate” anche nell’UE. Critiche alla condanna sono arrivate anche dal leader leghista italiano Matteo Salvini e da quello dell’estrema destra olandese Geert Wilders (che la giudica “estremamente severa”). Anche il multimiliardario Elon Musk, che sostiene regolarmente l’estrema destra in Europa, ha denunciato sul suo social, X, un “abuso del sistema giudiziario” da parte della “sinistra radicale”. “Ci sarà un contraccolpo, come nel caso degli attacchi giudiziari al presidente Trump”, ha avvertito.

Gli scandali della politica francese: prima del Rassemblement anche il MoDem

Quello che ha coinvolto Marine Le Pen e il Rassemblement National non è il primo scandalo di finanziamento che colpisce la politica francese. Si ricordi per esempio la vicenda Bygmalion, per la quale l’ex presidente Nicolas Sarkozy è stato condannato nel febbraio del 2024 a un anno di carcere di cui sei mesi sospesi. La vicenda riguardava la sua campagna (persa) del 2012, segnata da fatture fittizie per mascherarne l’esplosione dei costi. Più indietro nel tempo, “l’affaire Karachi” delle commissioni su contratti di armamento in Pakistan e Arabia Saudita, che si sospettò avessero contribuito alla campagna presidenziale di Edouard Balladur nel 1995. Balladur ne uscì pulito, non così l’ex ministro della difesa François Léotard, morto nel 2023. L’ex ministro dell’interno Charles Pasqua è stato condannato in via definitiva nel 2010 a 18 mesi con la condizionale per finanziamento illegale della sua campagna europea del 1999, con soldi provenienti dalla vendita del casinò di Annemasse. Del periodo 1988-1995 è il caso degli impegni fittizi a Parigi: pagava la città, ma a beneficiarne era il partito di Alain Juppé (condannato nel 2004) e dell’allora sindaco Jacques Chirac, giudicato colpevole solo nel 2011 una volta scaduta l’immunità presidenziale.

Del tutto analogo al caso Le Pen è quello del MoDem (in precedenza UDF): fondi pubblici europei pagavano assistenti parlamentari che lavoravano in realtà per il partito. Il 5 febbraio dello scorso anno, otto persone sono state condannate a pene sospese fra i 10 e i 18 mesi, a multe dai 10’000 ai 50’000 euro e a 2 anni di ineleggibilità, anch’essa sospesa. Il presidente del MoDem, François Bayrou, era stato assolto in base al principio “in dubio pro reo” e in dicembre è diventato primo ministro.

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Notiziario

Notiziario 31.03.2025, 11:00

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