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“Dottor Roger”, Federer dottore honoris causa in New Hampshire

La leggenda del tennis ha ricevuto il riconoscimento all’Università di Dartmouth

  • 09.06.2024, 21:15
  • 09.06.2024, 21:27
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Roger Federer all’Università di Dartmouth

Di: Massimiliano Herber 

Il Maestro è diventato Dottore, “dottor Roger”. Mentre al Roland Garros di Parigi un caldo sole salutava un nuovo Re della terra rossa, nel verde New England una fitta pioggia primaverile accoglieva un nuovo dottore honoris causa per “essere stato d’ispirazione e aver cambiato vite” e “aver usato la propria voce di sportivo per migliorare la qualità della vita di molti” grazie alla sua fondazione: Roger Federer. Il 43enne ex tennista, imprenditore e filantropo ha ricevuto il riconoscimento al Dartmouth College, piccola ma prestigiosa università della Ivy League in New Hampshire. 

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La lettura delle motivazioni del dottorato a Roger Federer

YouTube/Dartmouth 09.06.2024, 20:58

Un emozionatissimo Federer ha ricevuto la toga dei dottorati e ha tenuto il Commencement speech, il tradizionale discorso rivolto ai neolaureati in occasione della cerimonia di consegna dei diplomi. Ricordo ancora il mio primo discorso, ha esordito l’ex numero uno del Tennis, quando esordii con la nazionale svizzera, solo quattro parole: “Happy to be here”. EssereDottor Federer” – ha confessato – “è la mia vittoria più inaspettata”, ammettendo di essere un po’ a disagio in un campus universitario dopo aver abbandonato la scuola a sedici anni. Ma il verde – colore simbolo del College – “è il colore dell’erba di Wimbledon, la mia superficie preferita… evidentemente era destino essere accolto qui”.

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La lezione di Federer agli studenti

Come voi, ha raccontato Federer, anch’io ho appena finito una tappa della mia vita, come voi anche a me chiedono sempre cosa farò dopo…”. “Io oggi accompagno i figli a scuola, gioco a scacchi online, passo l’aspirapolvere a casa”…si è schernito, prima di rivolgere il suo Commencement speech, intitolandolo “Lezione di transizione, cosa ho imparato dal tennis”.

Ecco i quattro punti:

1)     “L’assenza dello sforzo, della fatica, è un mito. In tutta la mia carriera ricevevo complimenti perché il mio tennis sembrava non lasciar trasparire sforzi. Non è vero, ho lavorato duro per rendere facile il mio tennis”. Federer ha raccontato delle sfuriate agli esordi, delle racchette rotte, della fiducia conquistata battendo Sampras nel 2003 e giocando con le parole ha ricordato: “vi diranno che il talento è un dono (“gift”), ma è anche grinta (“grit”), determinazione e coraggio”.

2)     “È solo un punto”, questo il secondo passaggio del discorso. Federer ha ricordato le sue sconfitte, la più dolorosa – quella con Nadal a Wimbledon nel 2008 – ed ha stupito la platea ricordando come sebbene abbia vinto quasi l’80 per cento delle partite, abbia conquistato solo il 54 per cento dei punti. Mai fermarsi al punto perso, ha spronato Federer, “accettalo, piangi pure, ma impegnati per il prossimo”.

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3)     “La vita è più grande di un campo da tennis. Il tennis mi ha permesso di vedere il mondo, ha spiegato il neodottore, ma non è il mondo. È importante avere una vita oltre al proprio lavoro, è importante conoscere, avere amici, avere una famiglia”. Federer ha ricordato la lezione della mamma sudafricana di aprire il proprio sguardo al mondo, che “l’istruzione lontano dalla Svizzera non era scontata”. Da qui è nato l’impegno con la Fondazione Roger Federer e l’impegno nell’aprire scuole in Lesotho, Malawi, Namibia, Zambia, Zimbabwe e Sud Africa. “Il tennis come la vita è uno sport di squadra, come voi, ha detto agli studenti, io ho scelto una disciplina e poi ho avuto l’opportunità di andare sempre più in profondità ed allargare i miei orizzonti”. E ricordando il motto di un ex allenatore di football di Dartmouth, Buddy Teevens, ha ripetuto: “Siete stati grandi studenti duranti gli anni di università, siate grandi persone sempre”.

4)     Diritto e rovescio… Accantonate le parole, la leggenda del tennis, ha infine preso in mano una racchetta, mostrando la sua tecnica nel diritto e nel rovescio, perché nella vita …bisogna sempre variare i colpi. 

Io sono diventato un ex giocatore di tennis, voi non siete ex, voi siete il futuro… – ha concluso Federer – e se tra 30, 40 anni mi dovreste rincontrare, fermatemi e non abbiate timore di dirmi” Io quel giorno, a Dartmouth, ero lì!”

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Il college di Dartmouth

Fondata nel 1789, l’università di Dartmouth si trova ad Hannover, in New Hampshire. È un college dell’esclusiva Ivy League e relativamente piccolo (non più di 6’000 studenti). Tra i dottori honoris causa premiati oggi vi era anche l’ex deputata repubblicana, Liz Cheney, a capo della Commissione parlamentare sull’assalto al Campidoglio. Tra i diplomati, infine, figuravano anche due svizzere: Nina Klee, di Zurigo, laureata in ingegneria e Isabelle Dady, nata a Berna, licenziata in economia. A Dartmouth quest’anno “il Roger Nazionale” non era l’unico elvetico con la toga. 

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Tennis: Alcaraz vince il Roland Garros

Telegiornale 09.06.2024, 20:00

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