Dopo otto anni dall’esplosione dello scandalo noto come Panama Papers, la giustizia panamense si appresta a pronunciare una sentenza cruciale. Il caso ha visto al centro gli avvocati Jurgen Mossack e Ramón Fonseca, fondatori dello studio legale Mossack Fonseca, accusati di riciclaggio di denaro. La pubblicazione di oltre 11 milioni di documenti finanziari segreti da parte del Consorzio Internazionale dei Giornalisti Investigativi (CIGI) ha scatenato indagini globali, rivelando come influenti figure mondiali nascondessero ricchezze in società offshore.
La procuratrice pubblica Isis Soto ha proposto la pena massima di dodici anni per i due legali, sottolineando il grave danno all’immagine di Panama come centro finanziario. “La gravità delle accuse riflette l’ampiezza e la profondità dello scandalo che ha coinvolto alti livelli di governi e imprese”, ha detto Soto. La difesa di Mossack, 76 anni, ha ribadito la sua non responsabilità nei crimini attribuitigli. “Sono stato coinvolto amministrativamente, ma non ho mai avuto un ruolo attivo nella gestione delle attività contestate”, ha affermato Mossack.
L’inchiesta ha portato Panama a riformare le proprie leggi, migliorando la sua posizione nei confronti del Gruppo di Azione Finanziaria Internazionale (GAFI), benché rimanga nella lista dei paradisi fiscali dell’Unione Europea. Una sentenza di condanna potrebbe stabilire un precedente giudiziario significativo, sebbene, come nota Transparency International, l’impatto pratico potrebbe essere limitato dato che i cambiamenti normativi sono già stati attuati.
Gerard Ryle, direttore del Consorzio internazionale dei giornalisti investigativi (CIGI) e uno dei giornalisti di punta nella divulgazione dei Panama Papers, ha enfatizzato l’importanza delle rivelazioni nell’evidenziare il segreto e l’opacità del mondo offshore. “Le rivelazioni dei Panama Papers non sono state solo una cronaca, ma un catalizzatore per una riforma globale”, ha commentato Ryle. I documenti hanno esposto non solo prassi finanziarie illecite, ma anche la connessione diretta di queste con alti funzionari governativi, causando turbolenze politiche che hanno portato alle dimissioni di tre capi di governo. In Islanda, per esempio, il primo ministro si è dimesso in seguito a proteste di massa, mentre in Pakistan, la pressione pubblica e le conseguenti indagini hanno forzato leader nazionali a lasciare il loro incarico.
Nonostante le critiche per l’uso di documenti trapelati, Ryle sostiene che l’interesse pubblico ha giustificato la pubblicazione. “Il diritto alla privacy non può essere un paravento per attività illecite. Quando l’interesse pubblico è in gioco, la trasparenza deve prevalere”, ha dichiarato Ryle. Oggi, con la crescente pressione sulla libertà di stampa e i modelli di business giornalistici in crisi, Ryle prevede una battaglia continua tra giornalismo e censura. Inoltre, ha evidenziato l’uso pionieristico dell’intelligenza artificiale nel giornalismo investigativo, avendo applicato il machine learning per analizzare milioni di documenti nei Panama e Pandora Papers, una pratica che potrebbe modellare il futuro del giornalismo, ma che richiede una vigilanza costante per mantenere l’integrità giornalistica.