2020 Fuga da New York. Oltre l’Hudson, oltre le angosce della città: una colonia sempre più folta di newyorkesi ha trovato rifugio nei cottage a nord della Grande Mela da quando è scoppiata la pandemia da coronavirus.
“La salute di mio marito è cagionevole, e mi è parso più sicuro venire qui. Mi rendeva nervosa rimanere a New York, toccare ogni superificie…”, spiega Wendy Silverstein, partita di gran carriera a inizio marzo insieme al marito John.
Tutte le case di vacanza sono occupate. E vista la diaspora anti-coronavirus, in riva al lago è facile imbattersi in altri newyorkesi come Denis Rinaldi e sua madre. “Volevo portarla via, non sappiamo fino a quando. È la prima volta che sono contento di essere lontano da New York, è una strana sensazione”.
Come loro sono in molti ad aver abbandonato la città allo scoppio dell’epidemia. A marzo erano 56'000 coloro che hanno chiesto di inviare la corrispondenza a un’abitazione secondaria, ad aprile addirittura 81’000.
Nelle località di campagna fuori New York, come a Chatham, gli agenti immobiliari si fregano le mani. “Con il contraccolpo economico, si poteva immaginare che la domanda sarebbe diminuita e qui invece cresce. È come dopo il post 11 settembre 2001, quando per paura lasciavano Manhattan, ma qui è ancora più forte”, spiega David Birch, agente immobiliare.
Per molti ma non per tutti. L’analisi del fuggi fuggi mostra che oltre il 5% per cento dei newyorkesi ha lasciato la città, il 18% di chi risiede a Manhattan, e la maggior parte gode di un reddito superiore ai 100'000 dollari. L’addio potrebbe avere più di un risvolto fiscale e commerciale.
Piano piano la città tornerà alla sua nuova normalità. Ma in questo strano esilio nel verde è prematuro pensare al ritorno.
“Ora è difficile da immaginare un ritorno a New York, non dico che non tornerò mai finché tutto riaprirà e vedremo come sarà, perché credo New York sarà diversa quando riaprirà”, dice Wendy Silverstein.
Scelte di vita, scelte generazionali. La figlia di Wendy e John sente la mancanza del dinamismo della città. “Il virus è meno pericoloso se sono senza i miei genitori. Non vedo l’ora di tornare a New York”, spiega Juliette Crelin.
Perché rimane un lusso o forse solo un paradosso, essere newyorkesi e vivere in campagna.